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Covid-19: la guerra ferma la sperimentazione e la produzione dello Sputnik in Italia

Lo Sputinik V o “Gam-COVID-Vac” è il vaccino contro il SARS-CoV-2 prodotto in Russia. La guerra ha posto fine all’accordo per la sua produzione in Italia.

Di Melania Sorbera

E’ stato prodotto dal Centro nazionale russo di ricerca epidemiologica e microbiologica “Gamaleja” sotto la guida del membro dell’“Accademia russa delle scienze” Denis Jur’evič Logunov e dal Centro virologico dell’Istituto di ricerca di microbiologia del Ministero della difesa della Federazione Russa. Come il vaccino Astrazeneca e il Johnson e Johnson anche il vaccino russo Sputnik V non contiene l’agente patogeno ma sfrutta la tecnologia a vettore virale per portare all’interno della cellula la sequenza del codice genetico, inducendo quindi il sistema immunitario a produrre gli anticorpi contro la proteina Spike. La differenza tra questo vaccino e gli altri due consiste nel fatto che il vaccino russo utilizza un vettore diverso per ognuna delle due dosi di somministrazione. Le due dosi, somministrate a distanza di 21 giorni, sono infatti veicolate da due diversi vettori, due adenovirus incaricati di trasportare la proteina. L’efficacia dichiarata, su più di 18 mila volontari, risulterebbe tra il 91,6% e il 95%.

Il 15 febbraio 2022 in Russia purtroppo soltanto il 49,9% della popolazione aveva completato il ciclo, nonostante questo però lo Sputnik è stato approvato in quasi 60 paesi di tutto il mondo. Cosa è successo a causa del conflitto Russia-Ucraina?

In Italia l’Istituto Spallanzani di Roma, da almeno un anno, stava conducendo una costosa sperimentazione, finanziata dal nostro Paese, che è stata immediatamente sospesa poche ore dopo l’inizio della guerra in Ucraina. E’ finita, dunque, la collaborazione tra l’istituto Gamalyeva, ente di ricerca medica che dipende dal Ministero della Salute russo e il nostro istituto romano. E’ saltato anche l’accordo commerciale per la sua produzione in Italia avviato a marzo del 2021. A settembre scorso Antonio Di Naro, presidente di Audienne, l’azienda farmaceutica di Monza che doveva occuparsene, durante un convegno organizzato dalla Camera di Commercio italo-russa aveva dichiarato che erano “già stati prodotti dei lotti“. Invece adesso la società italiana ha bloccato tutto. Inoltre, l’Organizzazione mondiale della sanità ha rinviato l’autorizzazione di emergenza del vaccino russo contro il coronavirus. Senza questo passaggio formale, Sputnik V non potrà essere impiegato da COVAX, l’iniziativa per distribuire i vaccini nei paesi più poveri che non si possono permettere l’acquisto delle dosi.

 

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