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Diabete in Sicilia: dallo stato dell’arte alle terapie del futuro

Sabato 25 settembre a Catania, un congresso organizzato dalla SIMDO, Società Italiana Metabolismo Diabete Obesità, per presentare un report sulla gestione del diabete in Sicilia, discutendo, tra l’altro, di farmaci innovativi, piani terapeutici, complicanze cardiovascolari e cardiorenali, telemedicina e teleassistenza

Catania, 23 settembre 2021 

È una delle malattie croniche più diffuse, che, se non tenuta sotto controllo, può degenerare con conseguenze serie per i pazienti. È tutto pronto per l’incontro “Real Diabete Sicilia: follow up 2021”, un congresso organizzato dalla SIMDO, Società Italiana Metabolismo Diabete Obesità, che si svolgerà sabato 25 settembre all’Hotel NH di Catania Centro. 

Nel corso dell’incontro, a cui parteciperanno diversi esperti provenienti da diverse città siciliane, sarà presentato un report sullo stato dell’arte del diabete nell’Isola, discutendo, tra l’altro, di farmaci innovativi, piani terapeutici, complicanze cardiovascolari e cardiorenali, telemedicina e teleassistenza

Vincenzo Provenzano

Responsabile scientifico del congresso è Vincenzo Provenzano, direttore dell’Unità operativa complessa di Medicina interna e Diabetologia dell’ospedale Civico di Partinico e presidente nazionale della SIMDO. “La prevalenza delle patologie croniche è significativamente incrementata negli ultimi 10 anni, ponendo il nostro Servizio sanitario nazionale di fronte a sfide sempre più importanti – sottolinea Provenzano – . Il diabete mellito rappresenta oggi una malattia cronico degenerativa complessa, che in mancanza di un adeguato controllo glicemico e in presenza di fattori di rischio cardiovascolari conduce a complicanze cardiorenali frequenti e spesso fatali, con un forte impatto clinico, sociale ed economico”.

Negli ultimi anni – prosegue il diabetologo – si è registrata una crescita esponenziale della patologia a livello globale, e non si vedono segnali di inversione del trend in aumento del numero di casi in particolare in Italia. Nel nostro Paese, infatti, si riscontrano ancora molte differenze a livello regionale e un importante limite in tema di prescrivibilità dei farmaci di nuova generazione: l’Italia infatti è l’unico Paese in Europa in cui la prescrizione di questi farmaci è riservata esclusivamente allo specialista, con la conseguenza, spesso, di un utilizzo tardivo rispetto alla progressione della malattia”.

Per prevenire la patologia e la progressione delle complicanze – secondo lo specialista – occorre, tra l’altro, implementare la gestione integrata con linee guida diagnostico-terapeutiche condivise e utilizzate da tutti gli operatori coinvolti nel processo regionale e incentivare il supporto formativo ai pazienti per l’autogestione della patologia. “È necessario – conclude Provenzano –  restituire responsabilità professionale e gestionale alla medicina generale e assicurare che questa, in integrazione con gli specialisti, diventi elemento strategico della gestione della cronicità”.

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