Home » Fibrillazione atriale: prima crioablazione all’ospedale Ingrassia di Palermo

Nella Cardiologia dell’Ospedale Ingrassia di Palermo è stato realizzato un intervento usando la procedura di crioablazione per la fibrillazione atriale. Ne parliamo con Mirko Luparelli, cardiologo che ha condotto l’intervento.


CHE COS’È LA FIBRILLAZIONE ATRIALE?

La fibrillazione atriale è una condizione in cui i due atrii del cuore non si contraggono in modo coordinato, ma invece vibrano rapidamente e in modo disorganizzato. Questo può causare una varietà di sintomi come palpitazioni, mancanza di respiro e affaticamento.

È una delle aritmie più comuni al giorno d’oggi, colpendo circa il 28% degli uomini sopra i 40 anni e più del 30% delle donne sopra i 40 anni. Si caratterizza per un’attivazione caotica e irregolare di una porzione del cuore, l’atrio, che può essere percepita dai pazienti come palpitazioni.

La fibrillazione atriale non è solo un disturbo dal punto di vista clinico, ma può anche avere importanti risvolti prognostici. Infatti, è correlata a un maggior rischio di ictus, di insufficienza cardiaca e di mortalità. Per questo motivo, è fondamentale prendere in considerazione sia la terapia farmacologica che quella ablattiva.

TERAPIA FARMACOLOGICA E ABLAZIONE DELLA FIBRILLAZIONE ATRIALE

La scelta tra terapia farmacologica e ablazione della fibrillazione atriale dipende da diversi aspetti, come la volontà del paziente, l’età e la gravità della condizione. La procedura di ablazione viene eseguita in anestesia locale, ma richiede un certo impegno da parte del paziente.

È particolarmente indicata per i giovani che ancora non hanno altri rischi e che potrebbero evitare la terapia anticoagulante, ma anche per i pazienti che non riescono a controllare bene gli episodi di fibrillazione atriale nonostante la terapia farmacologica.

COSA È LA CRIOABLAZIONE PER LA FIBRILLAZIONE ATRIALE?

La crioablazione è una procedura ablativa utilizzata per il trattamento della fibrillazione atriale, una condizione aritmica che può insorgere all’improvviso e senza preavviso. Sebbene la fibrillazione atriale sia favorita da condizioni stressanti e fattori di rischio come l’obesità e l’ipertensione, non è possibile prevedere con certezza quando si verificherà.

È considerata un’opzione di trattamento per i pazienti con fibrillazione atriale che hanno un’insufficienza cardiaca, poiché si è dimostrato che migliora la prognosi a lungo termine. Tuttavia, esistono diverse metodiche ablative e non tutti i pazienti possono essere sottoposti alla stessa procedura.

È una metodica che prevede l’utilizzo di un gas (ossido nitrico) per creare una lesione a freddo. In questo modo, si raggiungono temperature intorno ai meno 50 gradi, che permettono di determinare la necrosi delle cellule che causano l’aritmia senza rischi per il paziente.

La procedura consiste nell’inserire all’interno del distretto venoso del catetere dei fili elettrici collegati a un pallone, che viene gonfiato al livello della zona che causa l’aritmia. Successivamente, viene erogato il gas criogenico, che aspettando la temperatura intra corporea consente di indurre la necrosi delle cellule che causano questo tipo di aritmia.

Questa metodica ablattiva è una novità, in quanto anziché utilizzare il calore (come nella radiofrequenza), si utilizza il freddo per eliminare le cellule causanti l’aritmia. In questo modo, si riesce a ridurre notevolmente il rischio di complicazioni, come ad esempio la stenosi venosa, ed il paziente può riprendersi più velocemente.

QUALI SONO I SINTOMI DELLA FIBRILLAZIONE ATRIALE?

La patologia può essere diagnosticata attraverso sintomi come la percezione di battiti irregolari accelerati, noti come palpitazioni. Tuttavia, questo sintomo non è sufficiente per fare una diagnosi definitiva di fibrillazione atriale. È necessario sottoporsi a un elettrocardiogramma e ad un monitoraggio continuo per distinguere la fibrillazione atriale da altre ritmìe.

Se si avvertitono sintomi di palpitazione o altri campanelli d’allarme, è importante rivolgersi tempestivamente ad uno specialista e sottoporsi agli esami necessari, come l’elettrocardiogramma e il monitoraggio continuo, per distinguere effettivamente che si tratta di fibrillazione atriale piuttosto che di un’altra aritmia. In questo modo, sarà possibile individuare la strategia di intervento più adeguata al vostro caso specifico.

DIFFERENZE TRA CRIOABLAZIONE E ALTRE METODICHE

La crioablazione è una procedura ablativa innovativa che utilizza il freddo anziché il calore per eliminare le cellule che causano la fibrillazione atriale parossistica.

Il primo vantaggio è la rapidità della procedura, che risulta essere più facilmente tollerabile dai pazienti che la subiscono in anestesia locale. Inoltre, gli studi di confronto hanno dimostrato che l’efficacia nei pazienti con fibrillazione atriale parossistica è sovrapponibile a quella dell’utilizzo della radiofrequenza a caldo.

In particolare, la crioablazione è indicata per le forme parossistiche di fibrillazione atriale, ovvero quelle che insorgono e terminano in un breve arco di tempo. Queste forme sono più frequenti nei giovani e costituiscono la maggioranza dei casi di fibrillazione atriale.

Al contrario, questa metodica non risulta essere la procedura più indicata per le forme persistenti e permanenti di fibrillazione atriale, che richiedono un trattamento non solo nelle vene polmonari ma anche in altre porzioni del cuore.

QUALI SONO I VANTAGGI DELLA CRIOABLAZIONE?

Ha un tasso di successo molto alto, superiore al 90%. Inoltre, dopo i primi tre mesi in cui è possibile che si verifichino altri episodi di fibrillazione atriale, i pazienti possono sospendere la terapia farmacologica senza alcun tipo di recidiva successiva.

La degenza in questo tipo di interventi dura non oltre i tre giorni, e la procedura viene eseguita con anestesia locale associata a una lieve sedazione. Durante la procedura, l’azione a freddo potrebbe provocare una sensazione di freddo al livello del torace o un mal di testa come quando si mangia o beve qualcosa di eccessivamente freddo.

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