Home » Infezioni virali: scoperte cellule “Natural Killer” dal Bambino Gesù e dall’Università di Genova

I ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e dell’Università di Genova, in collaborazione con altri enti, hanno individuato nuove cellule staminali più efficienti nella produzione di “Natural Killer”, le cellule che difendono l’organismo da virus e tumori. Ne parliamo con il professore Lorenzo Moretta, responsabile dell’Area di Ricerca di Immunologia del Bambino Gesù.


INFEZIONI VIRALI: COSA HA RIVELATO LO STUDIO?

Lo studio ha rivelato che, anziché le 8-10 settimane canoniche necessarie per ottenere cellule natural killer mature e funzionali, queste nuove cellule staminali richiedono solamente circa tre settimane o anche meno (15-20 giorni). Non solo si sviluppano più velocemente, ma dimostrano anche un’efficienza superiore come cellule killer e hanno la capacità di proliferare rapidamente. Ciò le rende un’armata particolarmente efficace nel combattere patologie virali come l’HIV, ad esempio.

INFEZIONI VIRALI: QUAL’È IL RUOLO DELLE CELLULE STAMINALI?

Le cellule staminali hanno il compito di ripopolare i tessuti con cellule mature. Nel caso del sangue, le cellule staminali danno origine a tutte le diverse tipologie cellulari presenti. Tuttavia, queste nuove cellule staminali sembrano essere indirizzate principalmente verso la formazione di cellule natural killer, il che sottolinea l’importanza di queste cellule nel sistema immunitario.

INFEZIONI VIRALI: QUALI SONO LE PROSPETTIVE TERAPEUTICHE?

Le prospettive terapeutiche legate a questa scoperta sono promettenti, anche se è importante mantenere un realismo prudente. Dal punto di vista diagnostico, la presenza di queste cellule staminali più efficienti nella produzione di natural killer nel sangue periferico può indicare una risposta appropriata dell’organismo e la produzione rapida di soldati efficienti.

La mancanza di una reazione adeguata potrebbe portare a una prognosi negativa per il paziente, quindi la rilevazione di queste cellule può avere un ruolo importante nella diagnosi precoce e nel monitoraggio delle patologie.

Inoltre, si potrebbe ipotizzare l’induzione di un aumento della proliferazione di queste cellule sia in vitro, all’interno del laboratorio, che nel paziente stesso. Questo potrebbe favorire la produzione di un maggior numero di cellule natural killer, rafforzando così il sistema immunitario nella lotta contro le malattie virali e tumorali.

La strategia potrebbe anche mirare alla mobilizzazione di queste cellule staminali dal midollo osseo, dove normalmente si trovano in uno stato di quiescenza, verso i tessuti in cui possono proliferare e differenziarsi in cellule natural killer mature ed efficaci.

QUAL’È IL PASSO SUCCESSIVO DELLO STUDIO?

Il prossimo passo dello studio è quello di esplorare se queste cellule staminali hanno anche altre potenzialità, come la capacità di generare altre tipologie di cellule immunitarie. Inoltre, si desidera valutare l’effetto di queste cellule in pazienti affetti da patologie importanti come il COVID-19, per comprendere se esista una correlazione tra l’utilizzo di queste cellule e l’esito della malattia. È ancora presto per affermare con certezza se queste cellule potranno essere utilizzate in terapia in maniera efficace, ma la ricerca continua a progredire.

QUALI SONO LE PROSPETTIVE TERAPEUTICHE?

Le prospettive terapeutiche legate a questa scoperta sono promettenti, anche se è importante mantenere un realismo prudente. Dal punto di vista diagnostico, la presenza di queste cellule staminali più efficienti nella produzione di natural killer nel sangue periferico può indicare una risposta appropriata dell’organismo e la produzione rapida di soldati efficienti.

La mancanza di una reazione adeguata potrebbe portare a una prognosi negativa per il paziente, quindi la rilevazione di queste cellule può avere un ruolo importante nella diagnosi precoce e nel monitoraggio delle patologie.

Inoltre, si potrebbe ipotizzare l’induzione di un aumento della proliferazione di queste cellule sia in vitro, all’interno del laboratorio, che nel paziente stesso. Questo potrebbe favorire la produzione di un maggior numero di cellule natural killer, rafforzando così il sistema immunitario nella lotta contro le malattie virali e tumorali.

La strategia potrebbe anche mirare alla mobilizzazione di queste cellule staminali dal midollo osseo, dove normalmente si trovano in uno stato di quiescenza, verso i tessuti in cui possono proliferare e differenziarsi in cellule natural killer mature ed efficaci.

L’obiettivo finale è quello di aumentarne la produzione in ciascun individuo attraverso strategie che favoriscano la mobilizzazione delle cellule staminali dai tessuti in cui risiedono verso le aree in cui possono diventare efficaci cellule killer. È necessario approfondire ulteriormente la conoscenza di queste cellule e le loro potenzialità terapeutiche per sviluppare strategie ottimali.

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