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Sentenza Dott.ssa molestata a San Cipirello. Il commento del Presidente dell’OMCEO Palermo

Toti Amato, Presidente dell'Ordine dei Medici di Palermo
Toti Amato: "Non molleremo mai la presa sugli aggressori"

Palermo, 30 Maggio 2019

Sul rispetto del lavoro dei medici e dei sanitari non molleremo mai la presa. Non si tratta solo di sicurezza ma di riconoscimento del grande valore sociale di una professione che deve essere necessariamente messa al riparo da qualsiasi minaccia perché sia svolta serenamente“. Così il Presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo, Toti Amato, dopo la sentenza di patteggiamento emessa dal Giudice per l’Udienza Preliminare Daniela Ferarra contro l’aggressore della Dottoressa Antonella Rosselli mentre era in servizio alla Guardia Medica di San Cipirello, nel Palermitano.

L’Ordine dei Medici e Rosselli si erano costituiti parti civili con l’assistenza dell’Avvocato Mauro Torti, Valentina Castellucci e Corrado Nicolaci.

Oggi l’aggressore è libero, ma con una condanna penale di due anni e quattro mesi – ha spiegato il Presidente – mitigata solo dall’età inferiore a 21 anni e da una condizionale riconosciuta grazie al trattamento sanitario a cui si è sottoposto volontariamente in fase di indagini perché pentito e consapevole, e che finirà solo alla completa guarigione“.

Purtroppo ad oggi la costituzione di parte civile è l’unico strumento di difesa che abbiamo – ha proseguito Amato e più di così non possiamo fare. A giorni ci sarà la prima udienza di un altro procedimento analogo davanti al giudice dell’udienza preliminare. Ma al di là dei singoli casi, il punto è che servono provvedimenti urgenti per garantire sicurezza. Sul tema, la prossima settimana ci sarà un incontro presso la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici con il Ministro della Salute Giulia Grillo. Da lei oggi ci aspettiamo solo risposte concrete“.

L’Ordine – ha concluso Amatocontinuerà a fare la sua parte, mettendo a disposizione gratuitamente anche il supporto legale e tutti gli strumenti necessari per il riconoscimento delle violenze subite dai medici, e più in generale perché sia affermata giudizialmente anche una condizione diffusa di disagio e di insicurezza“.

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