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Endometriosi. Dalla sofferenza alla speranza: storie di resilienza e rinascita al femminile

L’endometriosi raccontata attraverso la letteratura in un evento promosso dalla Fondazione Salute e Cultura, in collaborazione con l’Arnas Garibaldi, Comune di Catania e Ape (Associazione Progetto Endometriosi) 

Il 16 maggio presso le Biblioteche Riunite “Civica e Antonio Ursino Recupero” si è tenuto l’incontro “L’endometriosi raccontata attraverso il libro di Tea Ranno Avevo un fuoco dentro”. L’evento, promosso dalla Fondazione Salute e Cultura, in collaborazione con l’Arnas Garibaldi, Comune di Catania e Ape (Associazione Progetto Endometriosi) ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso e attento, composto da cittadine, professionisti della salute, dirigenti scolastici, studenti e rappresentanti delle Istituzioni. Al centro del dialogo, moderato dalla giornalista Agata Patrizia Saccone, un tema ancora troppo trascurato: l’endometriosi. Patologia ginecologica cronica che colpisce milioni di donne, spesso costrette a convivere con dolore, ritardi diagnostici e solitudine.

Protagonista dell’incontro è stata la scrittrice Tea Ranno, che nel suo romanzo “Avevo un fuoco dentro” dà voce a un dolore femminile collettivo, portandolo alla luce con forza letteraria e profonda umanità. A dialogare con lei la giornalista Rosa Maria Di Natale, in una conversazione intensa e appassionata.

A introdurre i lavori è stato il prof. Giuseppe Ettore, direttore del Dipartimento Materno Infantile dell’Arnas Garibaldi e presidente della Fondazione promotrice. «Non ci può essere una buona salute se non c’è una buona cultura – ha affermato il prof. Ettoreper questo motivo crediamo che sia fondamentale creare momenti di incontro per divulgare conoscenza, con l’obiettivo che diventi prevenzione. Abbiamo discusso di salute della donna, questo tema è stato facilitato dall’interlocuzione con la scrittrice Tea Ranno. L’endometriosi è una patologia cronica complessa, che colpisce circa il 10-15% delle donne in età fertile, con gravi conseguenze sulla salute fisica, riproduttiva e psicologica. Nonostante la sua diffusione, continua a essere sottodiagnosticata e spesso affrontata con ritardo, anche a causa di una storica sottovalutazione del dolore femminile nella pratica clinica e nelle comuni conoscenze. Conoscere vuol dire curare, ma credo che ancora più importante sia l’ascolto. Ritengo in questo senso che il dialogo con il paziente possa salvare delle vite, per far questo dobbiamo ricostruire totalmente il rapporto medico-paziente».

Il prof. Ettore ha sottolineato l’importanza di una presa in carico più efficace e multidisciplinare delle pazienti, inserendo la riflessione in un quadro più ampio di medicina di genere e diritto alla salute. «La nostra Fondazione lavora per promuovere una cultura della salute fondata sull’ascolto, sull’equità e sull’integrazione tra conoscenza scientifica ed esperienza vissuta. Eventi come questo servono a colmare un vuoto di informazione e di buone pratiche. Solo attraverso il dialogo tra istituzioni, sanità e cittadinanza possiamo costruire un modello di cura più giusto e partecipato».

Significativi anche i saluti istituzionali dell’assessore alle Pari Opportunità e Politiche Giovanili del Comune di Catania, Viviana Lombardo. Nel suo intervento, l’assessore ha espresso l’impegno dell’amministrazione nel sostenere politiche di salute pubblica più sensibili alle esigenze femminili, e intraprendere percorsi di collaborazione con gli istituti scolastici.

«Nel libro racconto le fasi vissute da una donna – ha affermato la scrittrice Tea Rannosono una romanziera, ho sempre scritto narrativa, ma la mia compagna di vita è stata la malattia, l’endometriosi. I diari hanno contenuto tutti i miei sfoghi, perché quando mi lamentavo il problema veniva snobbato, ero mortificata perché non venivo creduta. Ma la malattia mi ha dato una forza fuori dal normale. Ho scritto il libro proprio perché è necessario che passi un messaggio, serve fare prevenzione. Ho dato una testimonianza di vita vissuta e di resilienza umana».

L’incontro ha rappresentato un esempio virtuoso di collaborazione tra cultura, sanità e istituzioni, offrendo uno spazio concreto di riflessione su come la sofferenza invisibile possa trasformarsi in consapevolezza collettiva e azione civile. La serata si è conclusa con un sentito ringraziamento al sindaco Enrico Trantino per il patrocinio e la concessione della biblioteca Ursino Recupero, alla dott. ssa Sabina Murabito e al pubblico con l’invito di proseguire il percorso di sensibilizzazione e formazione promosso dalla Fondazione Salute e Cultura, in prima linea nella promozione della salute delle donne come bene comune e diritto fondamentale.

I dirigenti scolastici che hanno aderito al progetto Fondazione e Scuola sono: Gisella Barbagallo (Scuola Secondaria di Primo Grado Maiorana), Vincenza Cirardo (Liceo Classico Spedalieri), Matilde Consalvo (IC Giovanni Paolo II), Anna De Francesco (Istituto De Felice Olivetti), Salvina Gemmellaro (Liceo Vaccarini), Maria Concetta Lazzara (IC sante Giuffrida), Anna Spampinato (Liceo Convitto Cutelli), Maria Gemmellaro, (Liceo Lombardo Radice), Emanuela Rapisardi (Liceo Galilei), Franca Branca (Istituto Deledda Coppola) e Brigida Morsellino (Istituto Superiore Nautico). Giovanna Micale delegata sindaco per la dispersione scolastica ha coordinato il progetto.

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