È una vicenda destinata a lasciare un segno profondo nella Sanità trapanese quella dei ritardi nella refertazione degli esami istologici che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di otto medici dell’Azienda Sanitaria Provinciale. Le accuse sono gravissime: omicidio colposo, lesioni personali colpose e omessa vigilanza. Secondo l’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Trapani, sugli oltre 3.300 referti consegnati con mesi di ritardo, in almeno 352 casi si tratterebbe di diagnosi di tumori notificate troppo tardi, compromettendo le possibilità di cura dei pazienti.
La vicenda, emersa già nei mesi scorsi, ha subito un’accelerazione a fine marzo quando il fascicolo, inizialmente aperto dalla Procura di Marsala, è stato trasferito a Trapani per competenza territoriale. Ad occuparsene è la sostituta procuratrice Antonella Trainito supportata dai carabinieri del Nas di Palermo.
Gli avvisi di garanzia sono stati notificati nei confronti di medici in servizio nelle Anatomie Patologiche degli ospedali di Trapani e Castelvetrano. Il reato ipotizzato è quello di omicidio colposo, lesioni personali colpose e omessa vigilanza. Un’inchiesta che potrebbe estendersi anche sul piano amministrativo nei prossimi mesi.
La situazione era stata denunciata pubblicamente da Giorgio Mulè vicepresidente della Camera dei deputati, che aveva sollevato il caso di una donna di Mazara del Vallo in un’interrogazione parlamentare. Da lì hanno preso il via le ispezioni del Ministero e dell’Assessorato regionale alla Salute che hanno avuto, come primo effetto, la sospensione dall’incarico del direttore generale dell’ASP Ferdinando Croce, poi dimessosi, che non è indagato.
Adesso spetterà al giudice per le indagini preliminari valutare la richiesta di incidente probatorio avanzata dalla Procura, per procedere alla calendarizzazione delle udienze e alla nomina dei consulenti tecnici. L’obiettivo è accertare se i ritardi abbiano influito direttamente sull’evoluzione clinica delle patologie oncologiche diagnosticate tardivamente.
Un’inchiesta che, oltre agli aspetti penali, pone interrogativi inquietanti sulla tenuta del sistema sanitario e sulla tutela del diritto alla salute, con decine di famiglie che chiedono verità e giustizia.
Ornella Fulco
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