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Al via il webinar “Emergenza Covid-19: comunicazione e informazione ai tempi del coronavirus tra infodemia e fake news”

L’evento, promosso da Rarelab, ha coinvolto autorevoli specialisti ed esperti del settore medico-scientifico per fare chiarezza su cosa vuol dire una corretta circolazione di notizie durante la pandemia da COVID-19


Roma, 29 Aprile 2020

Il virus SARS-CoV-2 vola nell’aria fino a 5 metri”. “La vitamina D protegge dall’infezione da nuovo coronavirus”. “Bere acqua o bevande calde uccide il virus”. Sono solo alcune delle “bufale” circolate sulla rete e segnalate sul sito del Ministero della Salute. Come evitare di cadere nella trappola delle fake news nel pieno della pandemia da COVID-19? Questo è uno dei tanti interrogativi a cui, oggi, hanno dato risposte autorevoli esperti e specialisti in ambito medico-scientifico in occasione del webinar, del tutto digitale e con accesso gratuito, dal titolo “Emergenza Covid-19: comunicazione e informazione ai tempi del coronavirus tra infodemia e fake news”, promosso da Rarelab, società editrice della testata giornalistica Osservatorio Malattie Rare. L’evento è stato realizzato per fornire una guida utile ad orientarsi nella gestione delle notizie e fare una “buona comunicazione” nel corso dell’emergenza che stiamo vivendo. 

All’inizio dell’anno il significato del termine ‘Coronavirus’ era quasi sconosciuto ai più ma oggi, a distanza di pochi mesi, tutti lo conoscono, e lo stesso si può dire per un’altra parola: infodemia”, afferma Ilaria Ciancaleoni Bartoli, presidente Rarelab. “Il livello di imprecisione delle informazioni in merito al virus SARS-CoV-2, ai meccanismi con cui si trasmette, ai metodi con cui si individua e alle terapie con le quali la scienza spera di fermarlo ci hanno indotto a riunire un gruppo di esperti in grado di spiegare i temi salienti di questa pandemia e rispondere agli interrogativi della gente, cercando al contempo di sfatare i falsi miti legati. Questo nell’interesse di tutti i malati, rari e meno rari, delle categorie a maggior rischio di contrarre l’infezione e di tutti coloro che hanno la responsabilità di tenere informati i cittadini”. 

Secondo uno studio recente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Agcom “nel periodo che va dal 21 febbraio al 22 marzo 2020, le notizie sul COVID-19 diffuse da fonti di disinformazione online (siti web e pagine/account social) sono aumentate raggiungendo una media giornaliera del 38% sul totale della produzione, rispetto al mese precedente in cui si attestavano sul 5%”.  “Inoltre – come confermano i dati emersi dallo studio – nel mese di marzo ben 4 su 7 sono gli articoli pubblicati in un giorno sul coronavirus da siti web di disinformazione”. È evidente, allora, che il mondo della comunicazione, soprattutto durante la pandemia, appare instabile: da una parte a causa della diffusione di fake news, dall’altra attraverso l’infodemia, tra i neologismi del 2020 secondo la Treccani, cioè “la circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili”. Due fenomeni dannosi per i quali occorre trovare nell’immediato una cura – con la diffusione di notizie corrette e puntuali – e un vaccino, cioè un metodo di lavoro per evitare che questo si ripeta.

Nel corso dell’evento di oggi, hanno risposto alle domande degli oltre 200 partecipanti autorevoli esperti come Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano; Antonella Viola, Professore Ordinario di Patologia Generale presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova e direttore scientifico dell’Istituto di Ricerca Pediatrica IRP-Città della Speranza; Susanna Esposito, Professore Ordinario di Pediatria all’Università di Parma, direttore della Clinica Pediatrica dell’Ospedale dei Bambini dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria e presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici, WAidid e Stefano Vella, esperto di sanità pubblica e infettivologo, già direttore del Centro Nazionale per la Salute globale dell’Istituto Superiore di Sanità e già presidente dell’AIFA, Università la Cattolica. Ed ancora, Sandra Petraglia, dirigente Area Pre-Autorizzazione AIFA, Michele Conversano, presidente HappyAgeing, direttore del Dipartimento di Prevenzione e del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica della Asl di Taranto e Roberta Villa, giornalista, Task Force del Governo di contrasto alle Fake News.

Il webinar è stato realizzato con il contributo non condizionato di AlfasigmaGileadKedrion Roche.

Il virus SARS-CoV-2 fa parte del gruppo dei Coronavirus ed è il terzo ad essersi diffuso a livello mondiale nell’ultimo ventennio. Ciò che di questo nuovo virus si sa è stato appreso in maniera diretta, affrontandone le conseguenze, perciò molte sono ancora le domande che devono trovare risposta, soprattutto in merito alle modalità con cui entra nell’organismo e al tipo di immunizzazione generata dall’organismo in seguito all’infezione. Ad oggi si sa che la trasmissione avviene da persona a persona tramite le minuscole goccioline di saliva, o aerosol, che una persona emette con la tosse e gli starnuti. Oppure semplicemente quando parla. Si sa che in alcuni individui il virus è responsabile di una sindrome respiratoria acuta dalle gravi conseguenze, mentre in altri l’infezione può avere uno sviluppo pauci-sintomatico, contraddistinto da sintomi quali febbre e tosse, o addirittura asintomatico. Inoltre, c’è ancora molto da comprendere sui protocolli terapeutici maggiormente efficaci e soprattutto sul tipo di anticorpi che il nostro organismo produce in risposta all’infezione e sui tempi in cui tale processo avviene. Quest’ultima informazione, in particolare, sarà molto utile nella messa a punto di un vaccino contro il virus, che ci permetterà di tornare quanto prima alla nostra quotidianità.  

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