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Aspirina: meno morti tra i pazienti ricoverati Covid-19

L’aspirina, a basse dosi, avrebbe il potere preventivo di scongiurare effetti gravi sui pazienti affetti da Covid-19. A dirlo sono due ricerche della George Washington University.

Di Melania Sorbera

I dati della prima ricerca sono stati ricavati dall’osservazione di 112.269 pazienti dal 1 gennaio 2020 al 10 settembre 2021, in 64 sistemi sanitari degli Stati Uniti, che partecipavano alla National COVID Cohort Collaborative, N3C, del National Institute of Health. In base a questi dati si è visto che i pazienti ricoverati con Covid-19, moderato, a cui è stata somministrata l’aspirina all’inizio del trattamento avrebbero sviluppato un rischio di morte inferiore rispetto ai pazienti ai quali non è stata somministrata l’aspirina.

Lo studio ha riscontrato una riduzione dell’1,6% della mortalità quando l’aspirina è stata somministrata, entro il primo giorno di ricovero, in pazienti con gravità della malattia moderata e che i pazienti erano meno inclini a formare coaguli di sangue. Il ricercatore capo della George Washington University, Jonathan Chow, ha dichiarato: “Continuiamo a scoprire che l’uso dell’aspirina è associato a risultati migliori e tassi di morte più bassi in pazienti ricoverati in ospedale. Inoltre, è a basso costo e prontamente disponibile, il che è importante in alcune parti del mondo in cui le terapie più costose potrebbero non essere altrettanto accessibili“.

Secondo un’altra ricerca, condotta precedentemente, sempre dallo stesso istituto, i cui risultati preliminari sono stati pubblicati per la prima volta nell’autunno del 2020, l’aspirina ridurrebbe anche il rischio di ventilazione meccanica, ricovero in terapia intensiva e mortalità ospedaliera, da Covid, di oltre il 40%. In questo studio sono stati arruolati oltre 400 pazienti ricoverati negli ospedali statunitensi da marzo a luglio 2020. Di questi, 314 pazienti, il 76,3%, non aveva ricevuto aspirina, mentre 98 pazienti, il 23,7%, aveva ricevuto aspirina entro le 24 ore dal ricovero o 7 giorni prima del ricovero. Il che, secondo questi dati, il risultato della prima ricerca è confermato.

L’aspirina scongiura gli effetti peggiori della patologia, soprattutto se presa in tempo o addirittura prima ma quali sono i vantaggi dell’aspirina? L’acido acetilsalicilico ottenuto per la prima volta il 10 agosto del 1897, nei laboratori della Bayer, dal chimico tedesco Felix Hoffmann, da un composto derivato dalla pianta del salice, conosciuto con il termine di “aspirina“, nome dato dal direttore del reparto di farmacologia dell’industria Bayer, in Germania, da tempo ormai è largamente utilizzato come analgesico. Non solo, è utilizzato come antipiretico e antinfiammatorio per combattere l’influenza, il raffreddore e a bassi dosaggi viene somministrato, da solo o in combinazione con altri farmaci, per la sua funzione antiaggregante piastrinica. Gli altri vantaggi riguardano poi la facile reperibilità è il suo basso costo.

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