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Assenza dal lavoro causa COVID. Secondo l’INAIL dura in media un mese

Lo rivela il nuovo report dell’istituto. In Sicilia aumento delle denunce a Catania e Palermo

L’assenza media dal posto di lavoro di un infortunato da Covid-19 è di circa un mese. Lo segnala l’Istituto nazionale per l’assicurazione (INAIL), all’interno di uno speciale report in cui per la prima volta riporta anche il dato delle infezioni di origine professionale riconosciute e indennizzate dall’inizio della pandemia alla data del 31 dicembre 2021.

I contagi sul lavoro per il coronavirus segnalati all’Inail dall’inizio della pandemia al 31 dicembre scorso sono 191.046, pari a un sesto del totale delle denunce di infortunio pervenute da gennaio 2020 e al 3,1% del complesso dei contagiati nazionali comunicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) alla stessa data.

Nel 2021 i casi di contagio denunciati all’Inail, benché non consolidati, sono diminuiti del 71,3% in confronto al 2020. Rispetto ai 185.633 contagi del monitoraggio di fine novembre, spiega l’Istituto nella 23/a rilevazione mensile della Consulenza statistico attuariale, i casi in più sono 5.413 (+2,9%), di cui 4.490 riferiti a dicembre, 613 a novembre e 60 a ottobre scorsi, mentre gli altri 250 casi sono per il 62,4% riferiti agli altri mesi del 2021 e il restante 37,6% al 2020.

 

L’identikit siciliano: denunce in aumento a Catania e Palermo

Rispetto alla data di rilevazione del 30 novembre 2020, le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 in Sicilia sono aumentate di 252 casi (+4,0%, significativamente superiore all’incremento nazionale pari a +2,9%) di cui 199 avvenuti a dicembre e 41 a novembre, con i restanti casi riconducibili ai mesi precedenti.

L’aumento ha riguardato tutte le province ma più intensamente, in termini assoluti, quelle di Catania e Palermo.

La distribuzione dei contagi per genere evidenzia che la quota maschile è superiore a quella femminile, in controtendenza rispetto al dato medio nazionale.

L’analisi nella regione Sicilia evidenzia che le 6.501 denunce pervenute da inizio pandemia sono per il 60,4% afferenti al 2020 e per il 39,6% al 2021. In linea con quanto osservato a livello nazionale, circa la metà dei casi si concentra nell’ultimo trimestre del 2020. Il 2021 è caratterizzato da un andamento tendenzialmente decrescente, con incidenze mensili superiori al dato nazionale e punte a gennaio, aprile e agosto; come per il dato nazionale si registra una ripresa del fenomeno a partire da novembre.

– Gli eventi mortali sono aumentati di 2 casi rispetto alla precedente rilevazione, uno avvenuto a gennaio e l’altro a settembre 2021; dei 47 casi complessivi, 23 si riferiscono al 2020 e 24 al 2021.

 

Contagi sul lavoro, la componente femminile

Tornando al report nazionale, prendendo in considerazione tutti i contagi sul lavoro, la quota delle donne sul totale dei casi denunciati è pari al 68,3% e la componente femminile, in particolare, supera quella maschile in tutte le regioni, a eccezione della Calabria, della Sicilia e della Campania, dove l’incidenza delle donne sul complesso delle infezioni di origine professionale è pari, rispettivamente, al 49,1%, al 46,1% e al 44,4%.

Il dettaglio per classe di età mostra come il 42,3% del totale delle denunce riguardi la classe 50-64 anni, seguita dalle fasce 35-49 anni (36,6%), under 35 anni (19,2%) e over 64 anni (1,9%).

Per la prima volta il report della Csa riporta anche il dato delle infezioni di origine professionale riconosciute e indennizzate dall’Inail dall’inizio della pandemia. Al 31 dicembre 2021, l’83% di tutte le denunce è stato riconosciuto positivamente, generando nel 96% dei casi un indennizzo. Il 99% degli indennizzi sono inabilità temporanee, con le menomazioni permanenti pari allo 0,7% e le rendite a superstiti per casi mortali allo 0,3%.

RMDN

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