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Candeggina: attenzione al suo uso terapeutico contro l’eczema

L’ipoclorito di sodio, l’ingrediente attivo della candeggina è una sostanza chimica corrosiva ottenuta mescolando cloro e idrossido di sodio. Se da un lato uccide la maggior parte dei virus, batteri, muffe e funghi, dall’altro l’uso diluito sulla pelle contro l’eczema deve avvenire dietro controllo di un esperto.

Di Melania Sorbera

La candeggina è un potente disinfettante con proprietà antimicrobiche comunemente usato nelle case che si utilizza con i guanti. L’esposizione alla candeggina, infatti, può seriamente ustionare, bruciare o irritare la pelle, gli occhi, il naso e la bocca. La reazione chimica è una condizione seria caratterizzata da dolorosi bolli rossi. Le due proprietà principali, che possono creare danni irreversibili al corpo, sono la sua composizione alcalina e il suo forte odore di cloro, che può essere dannoso per i polmoni, se inalato.

L’ingestione poi può essere fatale: se si ingerisce accidentalmente, bisogna chiamare immediatamente il centro antiveleni e non si deve tentare di indurre il vomito, perché potrebbe causare ulteriori danni all’esofago o ad altre parti del corpo. Attenzione anche al contatto con gli occhi. In questo caso, occorre risciacquare immediatamente gli occhi con acqua normale per 10-15 minuti, se si indossano le lenti a contatto bisogna rimuoverle prima di risciacquare, evitare di strofinare gli occhi, evitare di usare sostanze diverse oltre l’acqua e chiamare subito il servizio di pronta emergenza. Se si versa integralmente sulla pelle, invece, occorre lavare immediatamente la pelle esposta con acqua normale per almeno 10 minuti. Dopo il risciacquo, detergere con acqua e sapone delicato e consultare un medico.

Eppure nonostante queste raccomandazioni sul suo utilizzo, la candeggina rivela qualche potenzialità nascosta. Se opportunamente diluita potrebbe essere, infatti, in grado di curare addirittura alcune patologie dermatologiche, tra cui l’eczema.

Il team della Stanford University, in California, afferma che questo detergente ha un potenziale per il trattamento della dermatite causata da radioterapia, delle piaghe da decubito e delle ulcere diabetiche. Naturalmente si tratta di un lavoro iniziale, in cui questa sostanza è stata usata in diluizione, ecco perché gli esperti invitano a non applicare la candeggina direttamente sulla pelle. Il team è partito da una constatazione iniziale già in voga: si è visto che i bagni di candeggina allo 0,005%, quindi molto diluita, uccidono alcuni batteri localizzati sulla pelle riducendo l’infiammazione da dermatite atopica. Per ottenere i migliori risultati, l’”American Academy of Allergy, Asthma & Immunology” raccomanda di aggiungere da un quarto a mezza tazza di candeggina domestica al 5% a una vasca da bagno piena di acqua.

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