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Come identificare l’avvelenamento da monossido di carbonio

Quando siamo bloccati nel traffico probabilmente lo respiriamo più del solito. Il monossido di carbonio, infatti, è un prodotto di combustione emesso dai motori a benzina ma non solo. A produrlo sono anche: fornelli, stufe, generatori, lampade a gas, oppure stufe che brucino carbone o legno. Cosa produce la sua eccessiva inalazione?

Di Melania Sorbera

Il monossido di carbonio è un gas inodore e incolore che provoca diversi disturbi se inalato in quantità eccessiva. L’avvelenamento si verifica quando alti livelli nell’aria causano un accumulo nel flusso sanguigno di una persona. E’ un rischio con cui conviviamo considerato che l’80% dei casi di avvelenamento da monossido di carbonio che arrivano negli ospedali si verificano tra le mura domestiche. Sono circa 5 mila ogni anno – quasi 15 al giorno – gli incidenti gravi dovuti all’inalazione di monossido di carbonio che si verificano in Italia e nel 10% dei casi finiscono in tragedia. Per quanto complessa sia la diagnosi, è comunque importante conoscere i sintomi di un’intossicazione o un eventuale avvelenamento per allontanare la fonte del malessere senza incorrere in situazioni che potrebbero aggravarsi fino a portare, addirittura, alla morte. I sintomi possono essere: mal di testa, sensazione di debolezza fisica, vertigini, nausea o vomito, respiro corto, confusione, visione offuscata, perdita di coscienza e dolore al petto. I sintomi più gravi sono: astenia, angina, dispnea, perdita di coscienza, convulsioni, coma, a distanza di diverse settimane dall’esposizione possono manifestarsi sintomi neuropsichiatrici.

L’intossicazione cronica da monossido, invece, colpisce soprattutto il sistema nervoso centrale, con la comparsa di disturbi cognitivi e di memoria ma anche astenia, la sensazione di esaurimento fisico simile a quella provata dopo una fatica eccessiva, cefalea, vertigini, sindromi parkinsoniane ed epilettiche. A questi va aggiunta una maggiore probabilità di sviluppare eventi cardiovascolari, quali aritmie e crisi anginose. Il trattamento migliore, in questi casi, è la somministrazione di ossigeno al 100% tramite una maschera non respiratoria. Questo accorcia notevolmente l’emivita del monossido di carbonio, facendolo uscire più rapidamente dal flusso sanguigno del paziente. Poiché la nausea e il vomito sono due dei sintomi più comuni associati all’avvelenamento è necessario rivolgersi a del personale sanitario che provvederà a trattare le vie aeree contaminate attraverso l’aspirazione. Inoltre, una persona affetta da avvelenamento da monossido di carbonio può essere colpita da convulsioni. Per questo motivo, sapere come gestire correttamente le vie aeree durante una crisi è importante per ottenere un risultato positivo per il paziente. E’ sempre meglio rivolgersi di nuovo al personale sanitario. Le persone con gravi sintomi possono anche aver bisogno di intubazione.

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