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Covid: avvio fase anticorpi monoclonali, soddisfazione della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera

Arturo Cavaliere, Presidente SIFO: “E’ la nuova arma farmacologica nella lotta al virus. Farmacisti ospedalieri pronti per la gestione e la farmacovigilanza”

Roma, 22 Marzo 2021

In questi giorni sono arrivati nelle Farmacie Ospedaliere italiane i primi farmaci a base di Anticorpi Monoclonali (mAb). Contemporaneamente sono in via di definizione e diffusione a livello regionale i protocolli di somministrazione e monitoraggio dei mAb destinati a pazienti con infezione da SARS-CoV-2 da lieve a moderata.

La Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie (SIFO) – che ha seguito con attenzione ogni fase del periodo pandemico, producendo anche specifiche istruzioni operative nel momento della distribuzione dei vaccini sul territorio italiano – ha accolto con grande attenzione e soddisfazione la diffusione dei protocolli e l’avvio contestuale della somministrazione prevista per questa settimana: “Gli anticorpi monoclonali sono una nuova importante arma farmacologica del SSN nella lotta contro il virus”, è il commento di Arturo Cavaliere, presidente nazionale SIFO, “E’ uno strumento in più che si affianca alle norme di prevenzione ed ai vaccini per fronteggiare l’emergenza COVID-19 che dal febbraio 2020 sta mettendo il nostro Paese (e tutto il mondo) in una situazione di incertezza sociale e di pressione sanitaria senza precedenti”.

Occorre precisare che ad oggi i mAb sono stati autorizzati temporaneamente dal Ministro della Salute, con il Decreto del 6 febbraio 2021 (“Autorizzazione alla temporanea distribuzione dei medicinali a base di anticorpi monoclonali per il trattamento di COVID-19”). Nello specifico si tratta dei farmaci bamlanivimab (Eli Lilly), bamlanivimab/etesevimab (Eli Lilly) e casirivimab/imdevimab (Regeneron-Roche), tutti prodotti basati su anticorpi monoclonali neutralizzanti diretti contro la proteina Spike di SARS-CoV-2. Gli studi effettuati indicano che la popolazione target per questi anticorpi monoclonali è quella degli adulti e adolescenti di età pari o superiore a 12 anni che non necessitano di ossigenoterapia supplementare per COVID-19 e che sono ad alto rischio di progressione verso infezione severa. I dati degli studi pubblicati indicano l’estrema positività di utilizzo di questi mAb in contesti precoci di infezione, associato a una riduzione della carica virale con evidenze preliminari di riduzione del numero di ospedalizzazioni, visite e accessi in Pronto Soccorso. Non viene registrato invece un beneficio specifico nei pazienti ospedalizzati con fase avanzata di malattia.

La somministrazione dei monoclonali anti-SARS-CoV-2 verrà realizzata in strutture specifiche autorizzate dalle regioni come indicato dai singoli protocolli regionali: le strutture dovranno prendere in carico il paziente (sia quello identificato a domicilio che in pronto soccorso) e gestirne in sicurezza, continuità e corretto follow up i percorsi terapeutici. “La gestione logistica dei prodotti è analoga a quella di altri mAb, con conservazione non particolarmente complessa (-2/-6)”, precisa Arturo Cavaliere, “Siamo certi che il SSN saprà rispondere a questa nuova importante tappa della lotta al SARS-COV.2 con precisione, efficacia e puntualità. I farmacisti ospedalieri, come da loro competenza e responsabilità, saranno la colonna portante insieme agli specialisti sia della gestione complessiva degli anticorpi monoclonali e del Registro AIFA, che del meccanismo di farmacovigilanza, raccordandosi con le reti regionali, fornendo tempestivamente tutti i dati e gli elementi necessari per assicurare una gestione corretta e sicura dei farmaci”.

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