L’emergenza sanitaria ha fatto emergere la gravità del fenomeno dell’antibiotico resistenza nella cura di quei pazienti affetti da Sars-Cov-2 e particolarmente esposti a infezioni batteriche. La ricerca fa qualche passo avanti.
di Melania Sorbera
La nostra era è stata definita l’era della “antibiotic discovery void”, il punto di arrivo. In Italia la sorveglianza nazionale dell’antibiotico-resistenza, chiamata AR-ISS, è coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità e si basa su una rete di laboratori di microbiologia ospedalieri distribuiti su tutto il territorio nazionale, in tutte le regioni per l’esattezza. Queste strutture ospedaliere, territoriali, con i loro laboratori forniscono, ogni anno, all’Istituto i dati di antibiotico-resistenza relativi ad un selezionato gruppo di microrganismi causa di infezioni importanti, dal punto di vista clinico, batteriemie e meningiti. Per ciascun microrganismo, l’attenzione è posta prevalentemente su alcuni antibiotici o classi di antibiotici particolarmente significativi in terapia. Sembra impossibile eppure la ricerca fa qualche passo avanti. Nel 2021 ad esempio, è arrivato in Italia il Cefiderocol, non è il nome commerciale. Si tratta di una cefalosporina siderofora di ultima generazione già utilizzata, in alcune strutture ospedaliere del nostro Paese, per i pazienti ospedalizzati in condizioni critiche. La nuova terapia antibiotica è in grado di dare una copertura contro tutti i patogeni aerobi Gram-negativi considerati una priorità dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, quali: Acinetobacter baumannii resistente ai carbapenemi, Pseudomonas aeruginosa ed Enterobacterales. Utilizza un meccanismo di ingresso nelle cellule unico. E’ come se fosse un “cavallo di Troia”. E’ in grado di bypassare le principali barriere di resistenza sviluppate dai batteri verso gli antibiotici convenzionali.
Qualche anno fa, invece, fu scoperto Halicin, il primo antibiotico efficace contro i superbatteri individuato da un sistema di intelligenza artificiale. Considerando che il fenomeno dell’antibiotico resistenza è una problematica che necessita una soluzione immediata e riguarda tutto il mondo, ridurre i costi della fase pre-clinica nella ricerca si rivela un ottimo investimento e questo è il vantaggio più grande. L’Intelligenza artificiale ha scoperto un prodotto efficace su 35 tipi di batteri resistenti e ne ha selezionati altri 8 che potrebbero risultare ugualmente utili. Il nome, ideato dai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology che hanno creato il software in questione, è ispirato al computer più celebre della storia del cinema, Hal 9000, il megacervellone del film “2001 Odiessea nello spazio“. Oltre agli antibiotici, la piattaforma di intelligenza artificiale potrebbe, un giorno, contribuire anche alla scoperta di potenziali farmaci per il trattamento di malattie rare.
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