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Dolore al pollice? Potrebbe essere il Morbo De Quervain

Un dolore acuto tra pollice e polso tale da impedire l’esecuzione di movimenti quotidiani come aprire un barattolo o stringere un oggetto. Di cosa si tratta? Ne parliamo con l’ortopedico siracusano Pietro Barbato.

di Melania Sorbera

Quando il dolore che colpisce il primo dito della mano è acuto un processo infiammatorio è in atto, potrebbe essere il Morbo De Quervain. “Sicuramente è una patologia molto diffusa – spiega Pietro Barbato, ortopedico – legata alle attività lavorative. Interessa il tendini abduttore lungo del primo dito, che consente al pollice di allontanarsi dalle altre dita e l’estensore breve che ne permette l’estensione“. L’infiammazione si manifesta attraverso il gonfiore dei tessuti intorno ai tendini e il cambiamento della parte che impedisce ai tendini di scorrere come dovrebbero all’interno del canale che li contiene. “In questa parte si crea una stenosi, un restringimento del canale dove scorre il tendine“. A risentirne potrebbero essere: sarti, musicisti, coloro utilizzano assiduamente mouse e tastiera del computer, coloro che usano il cellulare o i videogiochi, in generale tutti quelli che utilizzano il pollice per sforzi prolungati ai tendini interessati da questa malattia. “Bisogna fare un esame clinico e fare una diagnosi accurata per non confondere questa patologia con un’altra molto simile, la rizoartrosi, l’usura delle cartilagini che colpisce l’articolazione trapezio metacarpale situata alla base del pollice – aggiunge l’ortopedico – l’esame clinico è quindi molto importante per valutare il tipo esatto di patologia“. In caso di dubbio può essere utile l’esecuzione di un’ecografia, un esame che permette di evidenziare eventuali alterazioni infiammatorie dei tendini e di osservarne il rapporto con le pareti del canale nel quale scorrono.

Come si cura il Morbo De Quervain?L’approccio inizialmente è terapeutico, si possono fare delle infiltrazioni all’interno del canale interessato. Se la terapia non si rivela risolutiva, in alternativa all’approccio terapeutico vi è l’approccio chirurgico. L’intervento si fa in ambulatorio, in day hospital e in anestesia locale. La ripresa è abbastanza veloce e consente la progressiva ricomparsa delle normali funzioni che consentono le attività di via quotidiana“.

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