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Esoscheletro: bambino riprende a camminare

Esoscheletro. L’innovazione è stata presentata all’IRCCS San Raffaele di Roma. Si chiama “Atlas 2030” ed è il primo esoscheletro indossabile e utilizzabile in età pediatrica.

di Melania Sorbera

Daniele, di 5 anni, affetto da un’ischemia midollare perinatale, è il primo paziente, della sua età, che lo ha indossato. Il midollo spinale si estende dal bulbo del foro occipitale sino alle vertebre lombari superiori dove forma il cono midollare.

Nella regione lombosacrale, le radici nervose che originano dai segmenti midollari inferiori discendono all’interno del canale vertebrale in un fascio pressoché verticale, formando la cauda equina.

 

Il midollo spinale 

Come tutti i tessuti nel corpo, anche il midollo spinale ha bisogno di un apporto di sangue ossigenato costante. Solo poche arterie, che sono ramificazioni dell’aorta, forniscono sangue alla parte anteriore del midollo spinale.

Ma questo sangue rappresenta tre quarti della quantità ricevuta dal midollo spinale, di conseguenza, il blocco di una di queste arterie può essere disastroso per l’intero apparato. Il tessuto può morire oppure lesionarsi provocando una paralisi permanente o una paralisi temporanea.

 

Atlas 2030, primo esocheletro

Atlas 2030”  serve alla riabilitazione del cammino di bambini di tra i 4 e i 10 anni colpiti non solo da paralisi cerebrale infantile ma anche da mielolesioni, atrofia muscolare, distrofia muscolare, miopatie e diverse malattie neuromuscolari.

Per adesso è l’unico esoscheletro che esiste in Italia. In una nota dell’Ansa si legge: “Il successo dell’esoscheletro nell’adulto – ha spiegato Claudia Condoluci, ci ha indotti a valutare la possibilità di un suo utilizzo anche nell’ambito della riabilitazione pediatrica.

La maggior parte dei ragazzini che lo stanno già utilizzando presso il nostro reparto non ha mai camminato in autonomia. Con Atlas può farlo e può svolgere anche diverse attività come calciare una palla e disegnare“.

Il nome dato al robot proviene dalla figura mitologica di Atlante, punito da Zeus con la condanna a sostenere il mondo sulle spalle, così come avviene per la prima vertebra cervicale della colonna vertebrale “C1”, appunto.

Per Omero ed Esiodo, Atlante incarnava la capacità dell’Acqua di mobilizzare grandi forze. Questo è anche l’obiettivo della nuova tecnologia.

Sorreggere il peso del corpo del bambino consentendo la libertà necessaria per il movimento e garantirne allo stesso tempo la sicurezza e la stabilità dell’azione grazie all’esoscleletro. Un robot che si adatta all’utente, ne mima le funzioni attraverso gli 8 motori a disposizione.

Due posizionati sull’anca, uno al ginocchio e uno alla caviglia su ciascuna gamba. L’esperimento ricade all’interno del progetto di ricerca “Robokid” il cui obiettivo è quello di valutare la fattibilità e l’impatto di questo approccio riabilitativo sulla qualità di vita e sullo stato clinico funzionale dei partecipanti.

Sono in totale 20 bambini, sottoposti non solo all’utilizzo riabilitativo tramite “Atlas 2030” ma anche alla terapia tradizionale.

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