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Infermieri e aggressioni, in media 13 episodi al giorno. Il 78% delle vittime è donna

Lo rivela la FNOPI. I dati divulgati nel corso di un convegno del Ministero della Salute

La metà circa delle aggressioni al personale sanitario, secondo l’INAIL, è rivolta agli infermieri: circa 5.000 ogni anno, 13-14 al giorno. E nel 58% dei casi si è trattato di un’aggressione fisica.

Il 78% degli infermieri è donna: sono oltre 180mila ad aver subito un’aggressione, in base a queste percentuali, e per 100mila di loro si è trattato di un’aggressione fisica.

Sono questi i dati divulgati dalla FNOPI, la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, in occasione del convegno sulla “Prevenzione degli episodi di violenza contro le lavoratrici della sanità’, organizzato dal ministero della Salute”.

 

Tra le cause anche il personale ridotto

L’analisi del fenomeno indaga anche le cause che sembrano essere alla base dei comportamenti aggressivi ai danni degli infermieri: “personale ridotto, elevato carico di lavoro, tipologia di pazienti – si legge nella nota della FNOPI I principali fattori di rischio sono negli atteggiamenti negativi dei pazienti verso gli operatori, nelle aspettative dei familiari e nei lunghi tempi di attesa nelle zone di emergenza, che risultano in grado di sviluppare danni fisici, ma anche disturbi psichici, negli operatori che subiscono violenza”.

 

Mangiacavalli: “Prevenzione e tolleranza zero”

La prevenzione degli episodi di violenza sugli operatori sanitari – afferma Barbara Mangiacavalli, presidente FNOPI – richiede che l’organizzazione identifichi i fattori di rischio per la sicurezza del personale e attui le strategie organizzative, strutturali e tecnologiche più opportune, diffonda una politica di tolleranza zero verso atti di violenza nei servizi, incoraggi il personale a segnalare subito gli episodi e a suggerire le misure per ridurre o eliminare i rischi e faciliti il coordinamento con le Forze dell’ordine o altri oggetti che possano fornire un valido supporto per identificare le strategie per eliminare o attenuare la violenza nei servizi sanitari. Solo l’impegno comune può migliorare l’approccio al problema e assicurare un ambiente di lavoro sicuro”.

RMDN

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