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“Partorire oggi: i rischi del taglio cesareo e i vantaggi del parto spontaneo”. Un altro successo del Consultorio 2 di Ragusa

Giuseppe Bonanno, Nunzia Pace e Giovanni Ragusa

Al Centro Polifunzionale di Ragusa si è parlato di gravidanza e parto a 360 gradi insieme alle donne e alle famiglie al fine di “chiarire ogni dubbio che la donna ha informandola in maniera consapevole su tutto quello che riguarda l’evento della nascita.”


Ragusa, 20 Dicembre 2019

Il tema dell’incontro “Partorire oggi: i rischi del taglio cesareo e i vantaggi del parto spontaneo” organizzato dall’equipe del Consultorio Familiare Ragusa 2 di viale delle Americhe, responsabile la Dottoressa Nuccia Pace ha registrato un altro successo del Consultorio 2 di Ragusa.

Al Centro Polifunzionale si è parlato di gravidanza e parto a 360 gradi insieme alle donne e alle famiglie.

Presenti anche il Direttore del distretto sanitario ibleo, Dott. Giovanni Ragusa, e il primario di Ostetricia e Ginecologia del “Giovanni Paolo II, Dott. Giuseppe Bonanno.

Da una parte il parto spontaneo come evento naturale che porta con sé numerosi vantaggi dall’altra il taglio cesareo che costituisce un intervento chirurgico a tutti gli effetti con i relativi rischi che esso comporta.

L’OMSOrganizzazione Mondiale della Sanità –  indica come soglia massima di esecuzione di tagli cesarei la percentuale del 15%. In Italia la media invece è ancora alta e sfiora quasi il 30%. E allora quali sono i motivi che hanno portato questa percentuale ad essere il doppio rispetto a quanto auspicato? Durante l’incontro si è cercato di capire le motivazioni scatenanti questo fenomeno. Un excursus che va dal parto tra le mura domestiche al parto in ospedale, la paura delle donne ad affrontare tale evento e la medicalizzazione eccessiva del parto stesso sono stati gli argomenti portanti del dibattito affrontati dall’equipe del Consultorio con le donne presenti.

Alla fine si è arrivati ad un obiettivo in linea con le indicazioni nazionali che coincidono perfettamente con quelle dell’Azienda Sanitaria iblea.

L’umanizzazione del percorso nascita porta a coniugare l’efficacia e la sicurezza delle pratiche cliniche del parto spontaneo con gli aspetti relazionali, sociali, psicologiche e affettive della donna.  Rispetto al cesareo, il parto spontaneo presenta numerosi benefici, sia per la mamma che per il bambino. Come prima cosa, una mamma che partorisce naturalmente ha dei tempi di recupero molto più rapidi ed è, mediamente, più agile nei movimenti. Partorire naturalmente, inoltre, da un lato diminuisce il rischio di infezioni per la madre e dall’altra permette al neonato di entrare in contatto con dei batteri “buoni”, utilissimi per sviluppare le difese immunitarie. Dal punto di vista del bambino, il parto naturale è da preferire, in quanto la compressione dei polmoni elimina il liquido di cui sono intrisi. Sembra anche che questo favorisca l’allattamento al seno, grazie al contatto pelle a pelle fin dai primi attimi di vita, momenti in cui il bambino mette in pratica l’istinto alla suzione.

«L’incontro è stato reso indispensabile – afferma la responsabile del Consultorio ragusano Nuccia Pace –  da un’esigenza che è quella di far capire alle donne e alle famiglie che il taglio cesareo non è un altro modo di partorire, che il parto per eccellenza è quello spontaneo e che, in assenza di complicazioni, bisogna favorirlo in maniera esclusiva. Il taglio cesareo nasce, invece, da un’esigenza clinica su indicazione del medico e deve presentare una vera indicazione sanitaria. Il parto spontaneo deve tornare protagonista della scena di ogni donna. Superare le paure delle fasi del travaglio e la paura del dolore che spesso nasce anche da una disinformazione o dalla poca conoscenza del percorso nascita. Questo è stato lo scopo dell’incontro: chiarire ogni dubbio che la donna ha in merito informandola in maniera consapevole su tutto quello che riguarda l’evento della nascita. I servizi territoriali, ad esempio, se ben integrati con i servizi ospedalieri possono tendere una mano alle famiglie e alle donne preparandole adeguatamente e lavorando sulla prevenzione e sull’informazione. Oggi c’è la necessità di aprire un dialogo con l’utenza per mettersi sullo stesso piano e parlare la stessa lingua – conclude Pace per comprendere in pieno questi percorsi che potrebbero apparire difficili causando maggior disorientamento e facendo perdere di vista l’obiettivo finale che è e rimane sempre il parto spontaneo»

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