Home » Prenditi cura del cuore per proteggere il cervello: A.L.I.Ce. Italia lancia la campagna di informazione su ictus e fibrillazione atriale
La campagna di sensibilizzazione Attenti a quei due! è realizzata da A.L.I.Ce. Italia Odv, Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale, con il patrocinio della Società Italiana di Neurologia (SIN), dell’Italian Stroke Organization (ISO) e dell’Associazione Italiana Pazienti Anticoagulati (Feder-A.I.P.A.) per sensibilizzare le persone sull’importanza di non sottovalutare lo stretto rapporto tra cuore e cervello.

Roma, 15 Dicembre 2020

A.L.I.Ce. Italia Odv (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale), lancia Attenti a quei due! una nuova campagna di sensibilizzazione su ictus e fibrillazione atriale. Un legame da non sottovalutare, quello tra cuore e cervello, specialmente in tempi di Covid-19. Gli effetti infiammatori del Coronavirus sembrano infatti attaccare anche la funzionalità del cuore. Aggredendo i polmoni e limitando i livelli di ossigeno nel sangue, il virus costringe il cuore a lavorare più intensamente, con la possibilità di causare aritmie. Sebbene la relazione causale tra eventi cerebrovascolari e Covid-19 non sia conclusiva, diversi studi hanno dimostrato che chi ha contratto il Covid-19 ha un rischio più alto di essere colpito da ictus: l’incidenza da ictus ischemico nei pazienti Covid-19, ad esempio, varia dal 2,5% al 5%.[1]

Questi alcuni tra i temi al centro di Attenti a quei due! la campagna di awareness realizzata da A.L.I.Ce. Italia Odv con il patrocinio della Società Italiana di Neurologia (SIN), dell’Italian Stroke Organization (ISO) e dell’Associazione Italiana Pazienti Anticoagulati (Feder-A.I.P.A.) per sensibilizzare le persone sull’importanza di non sottovalutare lo stretto rapporto tra cuore e cervello.

Non tutti sanno che il cuore gioca un ruolo cruciale nell’insorgenza dell’ictus, essendo la fibrillazione atriale tra le principali cause di lesioni invalidanti al cervello.

Chi soffre di fibrillazione atriale, infatti, ha un disturbo cronico del ritmo cardiaco dovuto a battiti fortemente irregolari; ciò provoca la formazione di coaguli di sangue che possono determinare un ictus.

Riconoscere e curare la fibrillazione atriale è tra le più efficaci strategie preventive che possiamo attuare per mettere al sicuro il cervello dal rischio di avere un ictus – dichiara Nicoletta Reale, Presidente di A.L.I.Ce. Italia Odv. Così come è fondamentale saper identificare precocemente i sintomi che possono essere importanti campanelli d’allarme e chiamare tempestivamente il 112. Sappiamo infatti che l’ictus è una malattia che deve essere trattata entro una finestra temporale precisa ed è essenziale che tutti i Cittadini ne siano a conoscenza”.

Attenti a quei due! lascia la parola a neurologi e cardiologi, gli specialisti, di cui fidarsi e a cui affidarsi, per la cura di ictus e di fibrillazione atriale che spiegheranno quali sono i comportamenti da adottare, i fattori di rischio e come sia possibile attuare una buona prevenzione attraverso stili di vita corretti, in particolar modo in questo periodo storico così difficile.

La pagina Facebook della Federazione A.L.I.Ce. è il canale attraverso cui vengono veicolate le informazioni e su cui viaggia la campagna che prevede un piano editoriale social per promuovere una corretta informazione, arricchito di card di awareness, videointerviste agli specialisti, un questionario autovalutativo su ictus, fibrillazione atriale e correlazioni con il Covid-19. È inoltre online il sito web di campagna, cuore-cervello.it, che raccoglie i messaggi di informazione e sensibilizzazione. Infine, in 3 regioni pilota, sarà possibile effettuare videoconsulti gratuiti gestiti attraverso un’apposita piattaforma, grazie alla fondamentale collaborazione e alla disponibilità di neurologi e cardiologi attivi sul territorio.

L’ictus è una condizione di emergenza sanitaria da non sottovalutare: è una patologia tempo-correlata che richiede elevata attenzione per un’azione tempestiva. È fondamentale, quindi che, nonostante l’emergenza sanitaria che stiamo ancora attraversando, le persone con sospetto di ictus, siano tranquillizzate sapendo che ci sono percorsi diagnostici e terapeutici separati, dedicati, efficienti ed efficaci.

È importante che tutti sappiano che restare a casa quando si riconoscono ‘i campanelli d’allarme’ dell’ictus, cioè uno o più sintomi anche se di breve durato (TIA attacco ischemico transitorio), può significare ritardare il ricorso all’assistenza e alle terapie che potrebbero essere necessarie, per non incorrere in esiti invalidanti, più o meno gravi.

L’Associazione è impegnata da anni nel promuovere una corretta informazione sui fattori di rischio e sul riconoscimento tempestivo dei sintomi dell’ictus, una patologia che in Italia colpisce circa 150.000 persone ogni anno. Ancora più importante l’informazione in tempi di epidemia: chi soffre di fibrillazione atriale ha maggiori possibilità di contrarre il Covid in una forma grave? E chi ha avuto un ictus? Valuta la tua conoscenza sulla fibrillazione atriale, sull’ictus e sulle eventuali associazioni con l’epidemia da nuovo Coronavirus sul sito www.cuore-cervello.it

L’ictus cerebrale, nel nostro Paese, rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. Per la sua elevata incidenza, costituisce un problema assistenziale, riabilitativo e sociale di enormi dimensioni.

Un fenomeno che, oltretutto, è in crescita, anche per l’invecchiamento progressivo della popolazione, motivo per cui sarà sempre più necessario affidarsi a strategie di prevenzione per gestire in modo sostenibile e adeguato la patologia nel lungo termine e in un contesto di cronicità e comorbidità.

L’azione preventiva contribuirebbe per circa l’80% dei casi ad una massiccia riduzione su scala dell’ictus, oltreché a raggiungere obiettivi globali di salute, che riguardano anche altre patologie quali quelle cardiovascolari, il cancro, il diabete, che possono causare disabilità di varia entità fino a morte.

La campagna è realizzata con il contributo non condizionato dell’Alliance Bristol–Myers Squibb – Pfizer. Per maggiori informazioni: www.cuore-cervello.it e www.aliceitalia.org


[1] Zilan Wang, Yanbo Yang, Xiaolong Liang, Bixi Gao, Meirong Liu, Wen Li, Zhouqing Chen, Zhong Wang, Covid-19 Associated Ischemic Stroke and Hemorrhagic Stroke: Incidence, Potential Pathological Mechanism, and Management, Frontiers in Neurology, Vol. 11, Ottobre 2020, https://doi.org/10.3389/fneur.2020.571996.


A.L.I.Ce. Italia Odv è una Federazione di associazioni di volontariato diffuse su tutto il territorio nazionale, oltre 80 tra sedi e sezioni regionali e locali, senza scopo di lucro, democratiche, apolitiche le quali, pur autonome e indipendenti nelle proprie attività, collaborano al raggiungimento di comuni obiettivi statutari a livello nazionale, tra cui: diffondere l’informazione sulla curabilità della malattia, sul tempestivo riconoscimento dei primi sintomi e sulle condizioni che ne favoriscono l’insorgenza anche attraverso i media; sollecitare gli addetti alla programmazione sanitaria affinché provvedano ad istituire centri specializzati per la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione delle persone colpite da ictus e ad attuare progetti concreti di screening; tutelare il diritto dei pazienti ad avere su tutto il territorio nazionale livelli di assistenza, uniformi ed omogenei.

Loro peculiarità è quella di essere le uniche ad essere formate da persone colpite da ictus, dai loro familiari e caregiver, da neurologi e medici esperti nella diagnosi e trattamento dell’ictus, medici di famiglia, fisiatri, infermieri, terapisti della riabilitazione, personale sociosanitario e volontari.

A.L.I.Ce. Italia è membro della WSOWorld Stroke Organization e di SAFE, Stroke Alliance for Europe, organizzazioni che riuniscono le Associazioni di persone colpite da ictus a livello mondiale ed europeo, diffondendo linee guida per la prevenzione, la miglior cura e la riabilitazione dell’ictus, oltre che delle Società Scientifiche ISO, Italian Stroke Organization ed ESOEuropean Stroke Organization.

Nel 2016 A.L.I.Ce. Italia ha promosso la costituzione dell’Osservatorio Ictus Italia insieme all’Intergruppo Parlamentare sui Problemi Sociali dell’Ictus, ISO, ESO, ISSDipartimento Malattie Cardiovascolari, Dismetaboliche e dell’Invecchiamento dell’Istituto Superiore di Sanità e SIMGSocietà Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie. L’Osservatorio opera per favorire una maggiore consapevolezza sulle problematiche legate all’ictus a livello istituzionale, sanitario-assistenziale, scientifico-accademico e sociale, in particolare sulle modalità di prevenzione e di cura di tale devastante malattia e si pone, come obiettivo condiviso, quello di far adottare in tutto il Paese criteri scientificamente basati e uniformi in materia.

Nel novembre 2017, grazie all’azione di A.L.I.Ce. Italia e dell’Intergruppo Parlamentare sui Problemi Sociali dell’Ictus, la XII Commissione Affari Sociali della Camera, ha approvato la Risoluzione sulla diagnosi e la prevenzione dell’Ictus cerebrale: Governo e Parlamento sono chiamati a promuovere e sostenere il più appropriato ed avanzato sistema di cura per l’ictus su tutto il territorio nazionale.

A.L.I.Ce. Italia, promotrice e in prima linea fin dall’inizio nel contribuire alla definizione di questo documento di straordinaria rilevanza, avrà adesso il compito di stimolare e monitorare l’impegno dei servizi sanitari regionali nell’applicazione e nella rapida implementazione organizzativa delle misure specifiche, declinate in 19 punti, la cui attuazione è stata già promossa a livello del Governo nazionale.

Nel dicembre 2018, l’Osservatorio Ictus ha presentato alla Camera i risultati del “Rapporto sull’Ictus in Italia. Una fotografia su prevenzione, percorsi di cura e prospettive”, che offre per la prima volta una descrizione completa della patologia nel nostro Paese. Nel dicembre 2019, infine, l’Osservatorio Ictus ha presentato il “Manifesto sociale contro l’ictus”, una call to action in 10 mosse per richiamare l’attenzione delle Istituzioni sul lavoro fondamentale ancora da fare, con la necessità di far collaborare Istituzioni, cittadini e società scientifiche.

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