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Salute, in Italia una persona su due cerca su internet

Il 53% degli italiani tra i 16 e i 74 anni usa internet per avere informazioni sulla salute. In pratica una persona su due, in linea con la media europea del 55%.

Di Valeria Maglia

Basta che un medico ci diagnostichi una patologia, che subito diventiamo anche noi dottori, cominciando le nostre ricerche su internet.

A dirlo sono i dati Eurostat pubblicati oggi e riferiti all’anno 2021.

A livello terminologico, il fenomeno viene chiamato ‘cybercondria’ e deriva dalla contrazione tra ‘cyber‘ e  ‘ipocondria‘. La ricerca di informazioni sulla propria salute tramite Internet, però, può avere effetti positivi e negativi sulle persone.

Su internet si cercano notizie relative alle malattie o alle cure, ma anche consigli per migliorare in generale il proprio benessere ad esempio sull’alimentazione. Un abitudine sempre più diffusa, se si considera che nel 2011 la quota di europei che usavano il web per trovare informazioni sanitarie era del 38%.

Ma attenzione, quasi tutte le persone che hanno chiesto almeno uno dei sintomi di alcune malattie su Google, di solito, finiscono con la conclusione che si tratta di una malattia incurabile.

Può essere dunque molto pericoloso postare diagnosi basate su ricerche su Internet, ecco perché non vanno mai prese decisioni mediche in base a ciò che si legge su Internet, e sicuramente non sul sito che  chiede di acquistare alcuni farmaci per sentirsi meglio.

Inoltre non tutti gli articoli sono veri.

Ma, nonostante questo, il numero di persone che si diagnosticano sulla base della ricerca di sintomi su Internet cresce di anno in anno.

Ciò aumenta la paura di varie malattie possibili (e impossibili) e, di conseguenza, otteniamo un nuovo tipo di ipocondria – “cyberhondria”. Una persona che soffre di cybercondria viene diagnosticata da se stesso, sta cercando i sintomi sulla rete, e poi in preda al panico va dal dottore convinto che sta per morire. In Italia il salto in avanti è stato addirittura di 26 punti percentuali (era il 27% nel 2011).

L’aumento, nell’ultimo decennio, è avvenuto in tutta Europa, anche se, secondo i dati Eurostat, il salto è stato più elevato a Cipro (+46 punti percentuali), Cechia (+33), Malta (+32) e Spagna (+31).

La percentuale di persone che cercano informazioni sanitarie online per scopi privati continua comunque ad essere molto diversa tra gli Stati membri. La quota maggiore, nel 2021, è stata registrata in Finlandia (80%), seguita da Paesi Bassi e Norvegia (entrambe con il 77%), Danimarca (75% ) e Cipro (74%).

Per le quote più basse bisogna guardare alla Bulgaria (36%), alla Romania (40%), alla Germania (45%) e alla Polonia (47%).

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