Sono state riscontrate differenze regionali nell’impatto del Covid-19 sugli immigrati in funzione del contesto di residenza, e sono state messe in evidenza anche delle disuguaglianze di genere. I risultati nel corso delle due giornate formative organizzate dal CEFPAS, dall’ASP di Trapani e dal DASOE.
CONTENIMENTO SARS-COV-2 NEGLI IMMIGRATI: GIORNATE FORMATIVE A TRAPANI
L’impatto del Covid-19 sui migranti e la restituzione di modelli di intervento per le future azioni di salute pubblica in un’ottica di presa in carico e riduzione delle disuguaglianze in salute in Italia. Questi i temi che saranno discussi oggi e domani da un gruppo di esperti nel corso delle due giornate formative “Sorveglianza epidemiologica e controllo COVID-19 per il contenimento della circolazione del SARS-CoV-2 negli immigrati”, organizzate dal CEFPAS, dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani e dal DASOE – Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico dell’Assessorato Regionale della Salute presso la Tonnara Di Bonagia Resort di Valderice (Trapani). La prima delle due giornate si è aperta con i saluti istituzionali dell’Assessore regionale della Salute, Giovanna Volo.
Conoscere più a fondo il vero impatto della malattia da Covid-19 nella popolazione immigrata residente, in quella in transito e in quella accolta presso le strutture protette è stato il primo di un obiettivo di una progettazione proposta dal Ministero della Salute attraverso il programma CCM 2020 (Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie). I risultati emersi sono quelli di un importante impatto della malattia anche in questo gruppo di popolazione fragile che ne ha determinato un aumento della forbice delle disuguaglianze in salute.
I RISULTATI
“I risultati delle indagini presentati oggi hanno evidenziato come la diffusione del nuovo coronavirus ha avuto modalità differenti rispetto alle popolazioni locali. Sono state riscontrate differenze regionali nell’impatto del Covid-19 sugli stranieri in funzione del contesto di residenza, sia esso urbano, suburbano e rurale, e sono state messe in evidenza anche delle disuguaglianze di genere” afferma Achille Cernigliaro, responsabile scientifico del progetto. “Anche la modalità di diffusione del virus e l’impatto sulla percezione del rischio – spiega – sono stati oggetto di indagine all’interno delle strutture di accoglienza degli immigrati, permettendo di capire come ricalibrare le scelte di presa in carico e assistenziali proprio in contesti pandemici. Ed è proprio sull’offerta dei servizi, infine, la presentazione dei risultati della sperimentazione di un sistema di sorveglianza che ha il pregio di rappresentare uno strumento da restituire alle istituzioni sanitarie locali per calibrare l’assistenza durante anche fuori dai contesti epidemici”.
“Nuove emergenze sanitarie in un mondo sempre più interconnesso minacciano la salute globale. Guerra, cambiamenti climatici e pandemie, insieme alla crisi economica, sono diventate le priorità sanitarie del futuro. Sempre più frequenti fenomeni di migrazioni da aree particolarmente a rischio hanno interessato il nostro Paese anche durante il periodo pandemico” dichiara Salvatore Scondotto, Direttore scientifico del corso insieme ad Antonino Sparaco. “È necessario quindi che i servizi sanitari siano preparati ad affrontare tale fenomeno e che si attrezzino dal punto di vista operativo”, conclude.
“Gli interventi di sorveglianza della pandemia causata dal virus SARS-CoV-2, nel nostro territorio a favore dei migranti sono stati effettuati con delle azioni mirate e specifiche. Con l’utilizzo della mobile clinic del Centro Salute Globale, attrezzata di strumentazione e farmaci, sono state effettuate delle azioni di salute di prossimità, recandoci nelle varie strutture di accoglienza per raggiungere quella fetta di popolazione che, potenzialmente, sarebbe potuta rimanere esclusa dalla sorveglianza. Ciò ha permesso di intervenire a salvaguardia della salute globale di un target di popolazione altamente fragile per varie determinanti dando un ulteriore impulso alla campagna per la lotta al Covid-19” aggiunge Antonino Sparaco che ha curato la Direzione scientifica del corso.
LA PRESA IN CARICO DEGLI IMMIGRATI
Nel corso delle due giornate saranno illustrati e proposti alcuni strumenti come dei modelli di intervento sulla presa in carico di soggetti immigrati per contenere la diffusione della malattia da Covid-19 e un modello formativo rivolto agli operatori che possono essere utilizzati anche nell’ambito di eventuali situazioni sanitarie emergenziali. Inoltre, alcuni gruppi di lavoro si confronteranno sul piano scientifico ed assistenziale con il gruppo di esperti invitati all’interno di una tavola rotonda conclusiva che permetterà di fare il punto sulla situazione, per rendere ancora più coerenti le evidenze prodotte e gli interventi proposti con le nuove programmazioni all’interno delle diverse istituzioni quotidianamente impegnate nell’affrontare direttamente o indirettamente l’aspetto della presa in carico degli immigrati.
IL PROGETTO
Le due giornate formative rientrano nell’ambito del progetto dal titolo “Sorveglianza epidemiologica e controllo del COVID-19 in aree urbane metropolitane e per il contenimento della circolazione del SARS-CoV-2 nella popolazione immigrata in Italia”, avviato nel novembre 2020 e si concluderà nel maggio 2023 e che ha previsto il coinvolgimento di diverse regioni in Italia, di enti centrali e di diverse università.
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