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Trapiantato un orecchio creato con stampante 3D con cellule umane

La protagonista dell’unico intervento, finora, fatto al mondo di questa tipologia, è stata una donna di 20 anni, messicana, nata con l’orecchio destro piccolo e senza il padiglione auricolare. L’impianto è stato stampato in 3D con le cellule del suo stesso corpo.

Di Melania Sorbera

La mancanza di organi da trapiantare a persone disposte a tutto è lo scenario di molti film di fantascienza. Si parte da “Non lasciarmi” del 2010, dove i protagonisti sono dei cloni umani creati in laboratorio per donare i propri organi ai pazienti malati a “Repo men“, sempre del 2010, dove la multinazionale “The Union” fornisce organi meccanici, per i motivi più diversi, dietro versamenti di denaro.

I repo men sono gli agenti, autorizzati all’espianto, che fanno visita agli insolventi. Eppure il trapianto di un organo stampato in 3D non è una notizia nuova. Nel 2013 Kaiba Gionfriddo aveva sei settimane quando il suo respiro si fermò all’interno di un ristorante, nel quale pranzava con la famiglia. Per risolvere il suo grave problema i medici di un ospedale dell’Ohio gli trapiantarono una trachea stampata in 3D, composta da materiale biologico. Da quel giorno ne è passato di tempo. Adesso siamo arrivati alla realizzazione di organi completamente biologici, realizzati inserendo cellule umane nel bioinchiostro delle stampanti tridimensionali.

Come riporta il New York Times, l’intervento nella donna di 20 anni è stato condotto negli Usa e a creare l’organo stampato in 3D fatto con cellule umane è stata la 3DBio Therapeutics, una società di biotecnologie, che opera nel distretto del Queens, a New York.

Come ha spiegato l’azienda di medicina rigenerativa il nuovo orecchio, trapiantato lo scorso marzo, è stato stampato in una forma che corrispondeva esattamente all’orecchio opposto a quello su cui intervenire, adesso continuerà a rigenerare il tessuto cartilagineo, dandogli l’aspetto e la sensazione di un orecchio naturale. La paziente è entrata in un programma sperimentale che comprende altri 11 pazienti, il programma è ancora in corso ed è possibile che i trapianti possano fallire o portare complicazioni di salute impreviste. Tuttavia, visto che le cellule provengono dal tessuto stesso del paziente, secondo l’azienda 3DBio è probabile che il nuovo orecchio non venga respinto dal corpo.

È sicuramente una grande cosa“, ha affermato Adam Feinberg, professore di Ingegneria Biomedica presso la Carnegie Mellon University e co-fondatore di Fluidform, un’azienda di medicina rigenerativa che utilizza anche la stampa 3d. “Ciò dimostra che questa tecnologia non è più un ‘se’, ma un ‘quando’“, ha proseguito.

L’intervento sarà monitorato nel corso degli anni, se i risultati a distanza di tempo saranno ancora positivi, quello che si intravede nel futuro è qualcosa, finora, narrato solo nei film di fantascienza. Una rivoluzione chirurgica.

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