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Tumori ginecologici, Acto Sicilia: in mostra le coperte per la prevenzione

Domenica 28 maggio 2023 a Nicosia in mostra le coperte per promuovere la prevenzione sui tumori ginecologici. Seconda tappa del progetto di lanaterapia “Pezzi di legami. Il filo che unisce” di Acto Sicilia.

Un filo di solidarietà a sostegno delle pazienti del reparto di oncologia dell’Ospedale Cannizzaro di Catania. Le donne di alcune associazioni di Nicosia, centro urbano in provincia di Enna, hanno realizzato numerose coperte di lana aderendo al progetto Pezzi di legami. Il filo che unisce, ideato e promosso da Acto Sicilia (Alleanza contro il tumore ovarico). Il risultato del loro impegno è una mostra che si terrà a Nicosia, in provincia di Enna, domenica 28 maggio 2023, dalle 9 alle 17, in via Fratelli Testa.

L’evento si inserisce all’interno della più ampia manifestazione Nicosia in fiore 2023, l’infiorata da anni appuntamento fisso nel comune ennese, che arricchirà le vie del centro cittadino con un tripudio di colori e manufatti floreali.

 

IL SUPPORTO DELLE ASSOCIAZIONI

Per l’occasione, Acto Sicilia ha avuto il supporto di tante associazioni del territorio: Avulss sezione di Nicosia, Cta La Pagoda, Fidapa sezione di Nicosia, MDT-Movimento per la difesa dei territori, Moica Nicosia, Obiettivo Famiglia Federcasalinghe Nicosia, UCIIM sezione di Nicosia. A queste si aggiungono diverse donne che hanno incontrato il tumore nel percorso della loro vita insieme ad altre che hanno aderito al progetto di solidarietà di Acto Sicilia.

 

L’IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE

Le copertine di lana realizzate saranno valorizzate da esposizioni dedicate. Chiunque vorrà, potrà supportare le attività di Acto Sicilia con un’offerta libera. Tra gli obiettivi della manifestazione c’è la volontà di promuovere l’importanza della prevenzione. Sarà, infatti, distribuito materiale informativo sul tumore alla cervice uterina e sui tumori ginecologici in generale per sensibilizzare la comunità.

 

SOLIDARIETÀ E CONDIVISIONE

Questa seconda tappa a Nicosia fa seguito alla prima, svolta a ottobre 2022 a Catania, in piazza Università, e precede ulteriori appuntamenti che si terranno nei prossimi mesi. L’idea alla base del progetto è, infatti, di creare un filo comune di solidarietà e condivisione con vari comuni dell’Isola.

«Siamo arrivati alla seconda tappa del nostro progetto di lanaterapia itinerante presso il comune di Nicosia -dichiara la Presidente di Acto Sicilia, Annamaria Motta -. Il nostro “filo” sta continuando ad unire in una vera e propria alleanza intere comunità siciliane così come è accaduto negli ultimi mesi all’interno del comune di Nicosia, dove associazioni e donne con grande motivazione hanno lavorato ai ferri fino a realizzare preziosissime copertine a tema floreale. La lanaterapia regala benessere psicologico e aiuta allo stesso tempo a far sentire le persone meno sole, meno afflitte dalla malattia. Per questo motivo porteremo il nostro “filo che unisce” sicuramente in altre piazze della Sicilia e chissà anche oltre. Portare nelle nostre piazze questi splendidi lavori ci permette anche di portare avanti la nostra mission di sensibilizzazione e di informazione sulla prevenzione del tumore ovarico e dei tumori ginecologici attraverso la distribuzione di materiale informativo. Così facendo possiamo contribuire a far sì che la prevenzione diventi cultura attraverso nuovi mezzi di comunicazione. Infine, i miei ringraziamenti più sentiti vanno a tutte le associazioni e alle persone della comunità di Nicosia che hanno aderito con molto entusiasmo alla nostra iniziativa».

 

150 COPERTE FATTE A MANO

«L’installazione di arte moderna, con oltre 150 copertine di lana fatte a mano, è un’idea nata proprio dalle poltrone della chemioterapia – dice la dottoressa Giusy Scandurra, direttore di oncologa all’ospedale Cannizzaro di Catania -. Ci siamo resi conto che, se alle pazienti mettevamo della lana e dei ferri in mano, durante la seduta di somministrazione per via endovenosa di chemioterapia, erano in grado di andare altrove con la mente, non si concentravano più sul farmaco che andava in vena, ma chiacchieravano con le vicine di sedia riducendo così lo stato d’ansia durante la somministrazione. Il fine ultimo è, al solito, accendere i riflettori sul tumore ovarico, patologia misconosciuta, tumore su cui non c’è screening e che nel 90% dei casi troviamo in stato avanzato. È necessario che le donne si auto responsabilizzino (con la visita ginecologica annuale, con l’ecografia transvaginale) che ascoltino il loro corpo per evitare che alcuni campanelli d’allarme vadano trascurati. L’idea dietro l’iniziativa “Pezzi di legami. L’arte che unisce” quindi, è proprio questa: facciamo qualcosa che colpisca la gente, che rimanga in mente e che inviti a fare prevenzione, ad informarsi e formarsi».

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