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Violenza legata all’orientamento sessuale. In Sicilia nascono due nuovi centri

I servizi saranno avviati a Ragusa e a Canicattini Bagni grazie al progetto LAMBDA finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.


20 novembre 2021

In Sicilia orientale nascono i primi due “Centri di prevenzione e contrasto alla violenza legata all’orientamento sessuale e all’identità di genere”. Per l’occasione saranno anche istituiti una “Casa Rifugio temporaneo” a indirizzo segreto per i casi in cui l’incolumità della vittima sia a forte rischio, un “Osservatorio delle problematiche LGBTQ+ “ e una Banca dati; questi ultimi sono fondamentali per ottenere un identikit preciso dei problemi che verranno mano a mano affrontati.

I centri saranno attivi nei Comuni di Ragusa e Canicattini Bagni grazie al progetto LAMBDA finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e attuato con AGedO (Associazione Genitori di Omosessuali) di Ragusa e l’Associazione Culturale Dahlia di Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa.

 

Medici e psicologi a servizio di chi subisce violenza

Tra gli specialisti che saranno a disposizione di coloro che vorranno rivolgersi ai nuovi centri, c’è il dottor Mario Vetri, endocrinologo e andrologo, tra i pochi specialisti esperti delle questioni transgender in Sicilia, e altre figure specializzate già operative nelle Asp territoriali. Alcuni formatori sociologi si occuperanno di aiutare il personale (dagli operatori di sportello alle assistenti sociali) ad affrontare al meglio le tematiche anti-violenza.

Non mancherà il fondamentale apporto legale e il sostegno dei mediatori culturali e linguistici, e ancora, i centri si avvarranno di psicologi e counselor, e potranno contare sul contributo di docenti universitari esperti in ambito educativo e di orientatori al lavoro.

 

Cos’è il progetto LAMBDA

LAMBDA è  stato finanziato per un importo di 99.820 euro dal Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri nei Comuni di Ragusa (capofila) e di Canicattini Bagni.

Il progetto si è classificato 18° su un totale di 65 progetti ammessi provenienti da tutta Italia, di cui solo la metà ammessi a finanziamento.

Per il sindaco di Ragusa, Giuseppe Cassì, i Centri sono un risultato figlio della capacità di fare rete. Per il primo cittadino l’obiettivo è “essere presenti su tutto il territorio metropolitano e montano per proteggere e fornire servizi concreti ed efficaci a chi è in difficoltà, a chi è più debole e a chi è vittima di violenze di stampo omofobico. Un obiettivo che si può conseguire solo facendo rete, unendo le forze e le competenze. Insieme, per prevenire e contrastare ogni forma di discriminazione”.

Per la sindaca di Canicattini Bagni, Marilena Miceli, “è una scelta di civiltà, di rispetto dei diritti costituzionali oltre che di educazione alla cultura delle tutele e dell’inclusione. Da anni la nostra comunità, superando ogni pregiudizio, si misura, con successo, con i temi dell’inclusione sociale e delle discriminazioni del “diverso”.

RMDN

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