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Al via osservatorio nazionale sull’obesità infantile

Secondo i nuovi dati, il 20,4% dei piccoli è in sovrappeso e il 9,4% è obeso

L’Italia è uno dei paesi d’Europa con il più alto tasso di obesità infantile: secondo l’ultimo report di Obesità infantile del Ministero della Salute, su un campione di 50mila bambini di terza elementare, il 20,4% è in sovrappeso e il 9,4% è obeso. Una patologia che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica nel mondo, soprattutto tra i bambini e i giovani.

Per dare un quadro più aggiornato del fenomeno in Italia, Fimp, Federazione Italiana Medici Pediatri, la Clinica Pediatrica dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova e l’Università degli Studi di Genova hanno sviluppato, con Helpcode Italia, l’Osservatorio dell’Obesità Infantile in Italia (Onoi), con un questionario diffuso dai pediatri alle famiglie.

Nel corso del 2022, i genitori saranno invitati a compilare il questionario online in cui si indicano le abitudini alimentari e di vita dei figli contribuendo a sviluppare una ricerca sulla relazione tra la salute alimentare e lo stile di vita. “Questo progetto – spiega Giuseppe Di Mauro, segretario Attività Scientifiche ed Etiche della Fimp – consentirà di avere fondamentali informazioni per mettere in atto una più mirata prevenzione dell’obesità infantile.”

Avremo anche la possibilità di conoscere quanto la dieta mediterranea sia seguita dai bimbi italiani e quali siano le più frequenti ‘cattive’abitudini – aggiunge Antonio D’Avino, presidente Fimp – la correzione dei comportamenti errati, attraverso programmi educativi innovativi da parte del pediatra di famiglia, potrà rappresentare la strategia vincente anche per la prevenzione di malattie croniche dell’età adulta“.

Dati recenti – conclude il dottor Mohamad Maghnie, Direttore Clinica Pediatrica del Gaslini – dimostrano una variazione del Bmi (indice di massa corporea, ndr) che si è verificata tra i bimbi americani tra i 5 e gli 11 anni con un aumento di 1,57 rispetto a 0,91 tra i giovani tra 12 e 15 anni e 0,48 rispetto a quelli di 16-17 anni. Questi risultati, se generalizzabili, suggeriscono un aumento dell’obesità pediatrica a causa della pandemia. Allo stesso modo abbiamo osservato nel nostro Paese modifiche dello stile di vita e delle abitudini alimentari“.

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