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Alzheimer: l’importanza di riconoscere il delirium e di saperlo distinguere dalla demenza: se ne parla al Golgi Redaelli

Istituto Geriatrico Camillo Golgi di Abbiategrasso (Milano)

Domani, in occasione della XXVI Giornata Mondiale, nella sede di Abbiategrasso dell’Azienda di Servizi alla Persona Golgi-Redaelli, istituto di eccellenza per il trattamento delle persone con demenza di Alzheimer, medici, infermieri e operatori sanitari parteciperanno a un evento formativo sul tema del delirium, sindrome geriatrica severa che può essere provocata da diverse situazioni e che può presentarsi anche in sovrapposizione alla demenza.


Milano, 20 Settembre 2019 

Minor capacità di concentrarsi, sonnolenza, agitazione e, alcune volte, allucinazioni e/o convinzioni errate: il delirium è uno stato confusionale che si sviluppa in poche ore o alcuni giorni, è fluttuante e comporta un cambiamento acuto delle funzioni cognitive, ma non sempre è collegato a una condizione di demenza. È importante, dunque, che gli operatori sanitari sappiano individuarlo e distinguerlo dai casi di demenza o di sovrapposizione alla patologia. Lo approfondisce uno studio multicentrico a cura del Gruppo Italiano di Studio sul delirium, pubblicato su BMC Medicine e realizzato anche da un team di medici dell’Azienda di Servizi alla Persona Golgi Redaelli. Dell’argomento si parlerà domani, 21 settembre, nell’Aula Conferenze dell’Istituto Geriatrico Camillo Golgi di Abbiategrasso dalle 8,30, in occasione della XXVI Giornata Mondiale per l’Alzheimer, durante il congresso di formazione “Delirium sovrapposto a demenza: dai concetti al mondo reale”.

Lo studio di prevalenza puntuale (chiamato “Delirium Day”) che ha interessato 1867 pazienti anziani (di età pari o superiore a 65 anni) in 108 reparti per acuti e 12 reparti di riabilitazione di ospedali italiani, ha indicato un metodo utile per valutare il delirium in tutti gli ambienti ospedalieri. I risultati hanno rivelato che il delirium si è verificato in più di uno su cinque pazienti in reparti ospedalieri per acuti e riabilitativi e non necessariamente in presenza di demenza. La prevalenza era più alta in reparti di Neurologia e più bassa nelle divisioni di Riabilitazione. “L’insorgenza dei sintomi del delirium è improvvisa, con un cambiamento acuto dei livelli di attenzione e di consapevolezza e con una associazione di disturbi di tipo cognitivo – spiega la Dottoressa Silvia Francesca Vitali, Direttore Medico dell’Istituto -. Sono sintomi simili a quelli della demenza e i criteri diagnostici tradizionali del delirium non risolvono il problema delle zone di sovrapposizione tra le due condizioni. La vera questione è che mentre la demenza è una condizione progressiva e irreversibile, il delirium è una condizione potenzialmente reversibile (parzialmente o totalmente) ed è necessario studiare le condizioni cliniche del paziente per scoprire qual è la causa che ha lo ha determinato”.

L’obiettivo è insegnare ai medici e agli operatori sanitari a riconoscere il delirium e ad agire di conseguenza, distinguendo le manifestazioni del delirium da quelle della – spiega il dottor Mauro Colombo, Responsabile per le attività scientifiche e di ricerca della ASP. “Da sempre il Golgi-Redaelli è un centro di eccellenza per il trattamento delle demenze che opera per rendere meno difficile la vita delle persone affette da Alzheimer. Per questo puntiamo alla formazione dei nostri operatori: vogliamo poter fare la differenza in un ambito di cura in cui la ricerca non ha ancora fatto passi risolutivi. La malattia di Alzheimer e in generale le demenze rappresentano una sfida fondamentale per i sistemi sanitari e sociali di tutto il mondo. La nostra storia è inscritta in questo filone, dai tempi di Camillo Golgi a seguire“.

Da quasi trent’anni l’Istituto Geriatrico Camillo Golgi di Abbiategrasso lavora a progetti innovativi e che puntano a promuovere soluzioni di trattamento e di miglioramento della qualità di vita dei pazienti: oggi in Lombardia i malati sono oltre 80mila, 600mila in tutta Italia.

L’Istituto Golgi per primo nel nostro Paese ha sperimentato il modello Gentlecare, un modello di assistenza finalizzato a compensare i deficit della persona malata e che ha l’obiettivo di promuovere le abilità residue del malato e di sopperire a quelle perdute, senza necessariamente ricorrere ai soli farmaci – commenta la Dottoressa Vitali -. L’intento è quello di ricostruire, nei nostri reparti di Cure Intermedie e RSA, una routine giornaliera personalizzata che faccia riferimento agli elementi biografici e al contesto di provenienza di ciascun malato. Ad esempio, la disposizione degli oggetti e dei mobili è studiata per facilitare l’interazione e la conversazione, gli oggetti sono posizionati alla reale portata del campo visivo del malato e poi ci sono attività di accudimento, giardinaggio, cucina, canto, preghiera e lettura modulate in base alle capacità cognitive del singolo”.

Attualmente l’Istituto Golgi Redaelli è dotato di una rete di servizi che comprende 40 posti letto per il Nucleo Alzheimer Cure Intermedie, 39 posti letto per RSA Alzheimer, Ciclo Diurno Continuo specifico per persone con demenza, RSA aperta e un Centro per i Disturbi Cognitivi e per le Demenze (CDCD).

L’Azienda di Servizi alla Persona Camillo Golgi Redaealli è una delle più antiche tra le istituzioni milanesi e lombarde. Da cinquant’anni ci prendiamo cura degli anziani e alla cura delle persone affianchiamo un’intensa attività di ricerca e formazione – conclude il Direttore Generale del Golgi Redaelli, Dottor Enzo Lucchini -. L’evento di oggi rappresenta la risposta alla continua necessità di aggiornamento dei nostri medici e degli operatori sanitari e conferma l’impegno nella ricerca di soluzioni innovative per il trattamento dell’Alzheimer e delle demenze: oggi, in Italia, sono circa 1 milione e 350mila quelle diagnosticate e, purtroppo, le previsioni sono di raddoppio entro il 2050”.

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