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Animali: abbandono, maltrattamento e disinteresse. Crimine etico e non solo

La scelta di possedere un animale deve essere una scelta consapevole perché l’abbandono oltre che essere un reato penale è un gesto disumano.

di Melania Sorbera

Ogni anno in Italia sono abbandonati, in media, 80 mila gatti e 50 mila cani. Avere un animale non è un obbligo ma una scelta. Proprio per questo negli anni si cerca di promuovere l’adozione o l’acquisto consapevole, nel prendersi cura di un animale, infatti, deve esserci alla base una decisione responsabile.

 

LA SOFFERENZA DEGLI ANIMALI

Un “quattro zampe“, con tutti i sacrifici che comporta prendersene cura fino all’ultimo, non può essere un’iniziativa dettata da una spinta emozionale, questo perché quando non sono destinati a morte certa, gli animali abbandonati soffrono enormemente.

Si sentono psicologicamente destabilizzati, perdono sicurezza, sono stressati, ansiosi, depressi, sviluppano atteggiamenti nevrotici, rifiutano il cibo. Proprio come gli esseri umani, un animale abbandonato può sviluppare seri problemi di salute, sentirsi smarrito, essere terrorizzato. Può sviluppare atteggiamenti aggressivi, nascondersi.

 

ABBANDONO E MALTRATTAMENTO DEGLI ANIMALI: CRIMINI PENALI

Per fortuna, oltre che un atto disumano, l’abbandono è anche un crimine penale. La norma dell’articolo 727 del codice penale, un tempo rubricata “maltrattamento di animali”, fino a qualche anno fa era l’unica arma sanzionatoria contro i comportamenti che provocano sofferenza agli animali.  

Dopo l’intervento normativo della Legge 189/2004, invece, la tutela degli animali nell’ordinamento italiano si è rafforzata grazie all’inserimento, nel libro II del codice penale, del titolo IX bis relativo ai “delitti contro il sentimento per gli animali”.

Divenuto l’articolo 727 del codice penale reato che punisce l’abbandono di animali, il maltrattamento è stato ricondotto al nuovo articolo 544-ter e per esso è stato previsto un più grave regime sanzionatorio.

 

ABBANDONO DEGLI ANIMALI

Adesso l’abbandono è considerato un reato contravvenzionale per colpa soggettiva: “Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze“.

Le fattispecie punite, quindi, sono due: l’abbandono di animali e la loro detenzione in condizioni che contrastano con la loro natura e generano sofferenze.

 

UCCISIONE, SEVIZIE E COMBATTIMENTI TRA ANIMALI

La stessa legge numero 189/2004 ha, inoltre, introdotto i delitti di:
uccisione di animali, articolo 544 bis
organizzazione di spettacoli o manifestazioni che provochino sevizie per gli animali, articolo 544 quater
organizzazione di combattimenti tra animali, articolo 544 quinquies.

 

OBBLIGO DEL MICROCHIP

La legge del 2004 ha anche previsto l’obbligo di microchippare i cani ma il fenomeno dell’abbandono seppur ridotto, purtroppo, persiste ancora.

 

LE VACANZE SENZA GLI ANIMALI

Secondo le stime della LAV, “Lega Anti Vivisezione” la punta massima di animali abbandonati si registra nel periodo estivo, circa il 25-30%, quando la partenza per le vacanze pone il problema della presenza di un quattro zampe. Necessita, dunque, anche un intervento, ben più ampio, che modifichi la cultura dell’accudimento degli animali.

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