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Aumentano le attività sessuali online tra giovani e adulti

Negli ultimi vent’anni è aumentato l’utilizzo da parte di giovani e adulti alle ASO “Attività Sessuali Online”. Quando è un’attività sana e quando può diventare un disturbo.

di Melania Sorbera

L’acronimo ASO indica diverse attività che affluiscono alla sfera sessuale, attività svolte spesso solitariamente, tra queste le più diffuse sono: il sexting, ovvero l’invio di messaggi e foto con contenuti sessuali più o meno espliciti; la visione e il download della pornografia, la partecipazione a chat per adulti in stanze virtuali; la lettura di storie erotiche; la masturbazione online e la ricerca di partner sessuali occasionali.

Sul tema, diversi studi hanno evidenziato la maggiore partecipazione degli uomini rispetto alle donne, indipendentemente dal tipo di attività. Le donne risultano più interessate ad attività interattive come il sexting e gli uomini ad attività isolate, come la pornografia, le minoranze sessuali, invece, rispetto alle persone eterosessuali, partecipano maggiormente ad attività sociali tra le quali chat e appuntamenti.

Il sesso online, inoltre, indipendentemente dal genere sessuale sembra essere spesso utilizzato anche da persone impegnate in una relazione romantica. In base all’indagine di “EU Kids Online“, realizzata da OssComCentro di ricerca sui media e la comunicazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in collaborazione con la direzione generale per lo studente, la partecipazione e l’integrazione del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, dal confronto con i dati del 2010 e del 2013 si osserva, nel 2017, una crescita del sexting, soprattutto fra gli adolescenti di 15-17 anni, passando dal 6% del 2010 al 9% del 2013, al 12% del 2017. Il 12% dei ragazzi di 15-17 anni ha ricevuto messaggi sessualmente espliciti nell’ultimo anno. Il 67% delle ragazze si dichiara molto turbato dai messaggi sessuali che ha ricevuto, e nessuna di loro ha riferito di essersi sentita felice. Al contrario, il 29% dei ragazzi è stato felice di ricevere messaggi sessuali. Il 56% dei ragazzi di 11-12 anni è rimasto profondamente turbato dal sexting. Al contrario, il 55% dei ragazzi di 13-14 anni ha provato felicità alla ricezione di messaggi sessuali.

Quando si parla di sessualità, la classificazione utilizzata, in termini clinici, è quella che distingue tra l’uso compulsivo delle attività sessuali online e l’uso non compulsivo. L’aumento dell’utilizzo da parte dei giovani è avvenuto grazie al basso costo che le attività comportano, al loro facile accesso e soprattutto all’anonimato offerto.

Secondo la sessuologa, ginecologa e oncologa, Luisa Barbaro: “Questa attività era già in uso prima che vi fosse la pandemia, tuttavia, il Covid-19 ne ha accelerato la diffusione nelle varie fasce d’età“. Le attività sessuali online “non sono totalmente negative – spiega la sessuologa – lo diventano quando diventano un’ossessione o un pensiero fisso. Il loro uso da parte dei ragazzi può diventare patologico quando questo pensiero diventa un bisogno, una dipendenza, ripetitiva e compulsiva, non più un gioco, un divertimento. Un po’ di sano autoerotismo va bene, quando, invece, si perde completamente il senso della realtà, quando non si ha più bisogno di incontrare una donna e di avere un rapporto reale occorre rivolgersi ad uno psicologo“.

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