Home » Come diagnosticare l’Alzheimer con un esame del sangue

Riconoscere il morbo d’Alzheimer con un esame del sangue. È il risultato della ricerca di un team dell’Università dell’Insubria, in collaborazione con l’azienda Sette Laghi di Varese. Ne parliamo con Luciano Piubelli, coordinatore del team di ricerca del Dipartimento di Biotecnologie e scienze della vita dell’Università dell’Insubria.


STUDIO SULL’ALZHEIMER: SCOPERTE PROMETTENTI SULLA D-SERINA COME BIOMARCATORE

Nell’ambito di una ricerca collaborativa condotta da un team complesso, in collaborazione con l’Azienda Socio Sanitaria dei Sette Laghi di Varese, è stato pubblicato uno studio sulla prestigiosa rivista internazionale “Translation” che ha gettato nuova luce sulla malattia di Alzheimer.

Il team di ricerca ha iniziato lo studio nel 2016, impiegando diversi anni per perfezionare le condizioni di dosaggio e raccogliendo i dati fino al 2018. Il lavoro è stato pubblicato su “Translational Psychiatry”, una rivista di grande rilevanza nel campo. La metodologia utilizzata è stata l’HPLC (High-Performance Liquid Chromatography), una sofisticata tecnica di chimica analitica che ha consentito l’analisi e la separazione di molecole, incluso l’aminoacido di-serina.

CHE COS’È LA DI-SERINA?

La di-serina, un neuromodulatore coinvolto nei recettori del sistema nervoso centrale, è stata oggetto di interesse nella ricerca sulle patologie neurologiche e neuropsichiatriche, inclusa l’Alzheimer. I ricercatori hanno rilevato un aumento significativo dei livelli di di-serina nel sangue dei pazienti affetti dalla patologia ai soggetti sani di età comparabile.

È presente in due forme chimiche diverse, chiamate forma L e forma D, che differiscono solo nella loro orientazione spaziale. La forma L della di-serina è coinvolta nella costruzione delle proteine, mentre la forma D ha una funzione diversa come neuromodulatore.

Negli ultimi anni, sono stati condotti studi che suggeriscono un possibile ruolo della di-serina nella patogenesi di alcune patologie neurologiche e neuropsichiatriche, tra cui l’Alzheimer e la schizofrenia. Alcuni ricercatori hanno riscontrato alterazioni dei livelli di di-serina in pazienti affetti da queste condizioni.

La scoperta di questa correlazione offre potenziali possibilità per l’identificazione precoce dell’Alzheimer attraverso un semplice esame del sangue. Tuttavia, ulteriori ricerche sono necessarie per validare completamente il test e stabilire correlazioni con altri biomarcatori noti dell’Alzheimer. L’obiettivo futuro sarà esplorare l’utilizzo della di-serina come biomarcatore per la diagnosi precoce e monitorare l’evoluzione della malattia.

L’IMPORTANZA DELLA DIAGNOSI PRECOCE

La ricerca sottolinea l’importanza della diagnosi tempestiva dell’Alzheimer, in quanto il trattamento efficace è possibile solo nelle fasi iniziali della malattia. Ciò potrebbe ridurre notevolmente l’impatto della malattia e consentire un intervento adeguato.

Sebbene i tempi per la commercializzazione di un test diagnostico basato sulla di-serina non siano ancora definiti, i ricercatori sono determinati a progredire nel campo. Con ulteriori fondi e una collaborazione continua tra gruppi e competenze diverse, si spera di accelerare lo sviluppo di questa promettente alternativa diagnostica.

L’Alzheimer, insieme ad altre patologie neurodegenerative, rappresenta una sfida crescente con l’aumento della popolazione anziana. La ricerca mira a contribuire a un futuro in cui le persone anziane possano beneficiare di diagnosi tempestive e trattamenti più efficaci.

Mentre il percorso verso un test diagnostico basato sulla di-serina è ancora in corso, la ricerca riceve i migliori auguri per il suo successo e il suo impatto nel campo della malattia di Alzheimer.

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