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“Come si combatte il randagismo a Enna? Una storia emblematica lo chiarisce bene”. Dichiarazione del dr Domenico Lo Dico

PRECISAZIONI DEL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE VETERINARIO DELL’ASP DI ENNA

Si viene a conoscenza della pubblicazione sulla piattaforma social Facebook e su alcune testate giornalistiche del territorio Ennese, di un articolo avente per oggetto “Come si combatte il randagismo a Enna? Una storia emblematica lo chiarisce bene” che riporta l’esperienza di un cittadino destinatario di sanzione irrogata dal Comune per violazione alle vigenti norme sulla identificazione degli animali d’affezione.

Ebbene, al riguardo, si ritiene necessario fare alcune precisazioni:

Il comportamento del cittadino che rivendica di avere “ritrovato” un cane (cucciolo o adulto) nel territorio e di averlo arbitrariamente adottato, pur se lodevole dal punto di vista morale, non è inquadrabile all’interno delle vigenti disposizioni normative e delle procedure ufficiali previste proprio dalle leggi emanate per tutelare gli animali d’affezione e combattere il fenomeno del randagismo.

Il principio di base delle norme prima citate è l’obbligo di identificazione e registrazione in anagrafe di tutti gli animali d’affezione (cani), in modo da individuare la persona responsabile della gestione in toto dell’animale e, quindi, anche, delle eventuali cucciolate indesiderate che potrebbero, se non controllate, alimentare il fenomeno del randagismo.

A seguire, la medesima norma prevede che è vietato cedere o acquisire animali di specie canina privi di identificazione e che l’unico soggetto competente a effettuare il prelievo degli animali dal territorio è l’Ente comunale, che avrà il compito di adottare, di concerto con i Servizi Veterinari della ASP, i provvedimenti ritenuti più idonei per il destino degli stessi (adozione, re-immissione, ricovero in canile, ecc).

E’, quindi, preciso dovere del cittadino segnalare ai preposti Uffici Comunali la presenza nel territorio dell’animale vagante/randagio e rispettare ogni conseguente determinazione.

Il rispetto di tale procedura, tra l’altro, consente di evitare che la dichiarazione di ritrovamento e adozione di propria iniziativa possa mirare a:

eludere la responsabilità derivante dall’acquisizione (acquisto, regalo, ecc.) di un animale privo di identificazione

celare la medesima responsabilità in capo al cedente che probabilmente non si trovava nelle condizioni di dichiarare la cucciolata in quanto detentore di animale a sua volta privo di identificazione;

ottenere prestazioni sanitarie gratuite dal Servizio Veterinario della ASP con spese gravanti sul Sistema Sanitario Nazionale e, quindi, sui contribuenti (per gli animali randagi è prevista la sterilizzazione gratuita);

In questo contesto, non è produttivo e funzionale al contrasto del fenomeno randagismo qualunque maldestro tentativo di giustificare un comportamento irregolare, facendo impropriamente leva sulla sensibilità sociale attraverso un momento di disinformazione e distorsione dei fatti.

Ciò detto e sottolineando:

l’inappropriatezza di alcuni termini utilizzati nell’articolo (…..reato…. trappola… ecc.);

l’inesattezza di alcuni concetti riportati nello stesso (… l’ASP non dialoga con il Comune…. la donna aveva adottato un cane…. si scoraggiano i cittadini ad aprire le proprie case agli animali);

lo scopo assolutamente informativo, non polemico, dell’attuale precisazione effettuata in un’ottica di trasparenza dovere istituzionale;

si rappresenta la necessità di attivare, a cura di tutti i soggetti competenti, ogni percorso utile per la corretta informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle procedure ufficiali previste per la gestione degli animali d’affezione, fermo restando che nulla è precluso a chiunque, anche l’adozione di un animale randagio, ma non con comportamenti arbitrari.

Questa ASP rimane a disposizione per ogni dovuto ulteriore chiarimento e, con la consueta e documentata propositività, auspica una proficua collaborazione con gli altri Enti, garantendo pienamente le attività di propria competenza da erogare sia sul territorio che presso la Clinica Veterinaria Pubblica attualmente in pieno esercizio.

Dott. Lodico Domenico

Direttore U.O.C. SIAPZ

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