Potrebbe esserci una correlazione tra problemi del sistema nervoso centrale e del sistema immunitario negli individui con disturbi dello spettro autistico. Questa l’ipotesi di uno studio, pubblicato su Immunity, condotto dagli scienziati della Harvard Medical School e del Mit di Boston che hanno condotto le ricerche, per il momento sui topi, con risultati molto interessanti.
di Melania Sorbera
Una donna in gravidanza che contrae un’infezione durante la gestazione produce livelli elevati di una molecola – la “Interleuchina-17a” – in grado di alterare lo sviluppo del cervello del feto così come il suo microbioma intestinale, con il rischio di aumentarne le possibilità di sviluppare disturbi dello spettro autistico. È questa, in estrema sintesi, la conclusione dello studio che dovrà, tuttavia, essere soggetto ad altri approfondimenti sugli esseri umani.
“In effetti sul Disturbo dello spettro autistico vi è molto da dire – spiega la dottoressa Magda Di Renzo, responsabile del Servizio di Terapia autismo e psicoterapeuta dell’età evolutiva dell’Istituto di Ortofonologia di Roma – gli studi sulle possibili cause sono ormai molteplici e tutti vanno attenzionati con il massimo rigore. A tutt’oggi, però, nulla ha assunto la dimensione di evidenza scientifica. Sappiamo inoltre che gli studi sulla plasticità del sistema nervoso aprono nuove prospettive anche nei casi di patologia conclamata”. Gli esperimenti sui topi hanno “dapprima confermato che l’attivazione immunitaria materna (Mia) può contribuire a una maggiore suscettibilità all’infiammazione intestinale nella prole“.
I cuccioli di madri con Mia mostravano sintomi riconducibili all’autismo e infiammazione intestinale. In un secondo lavoro, i ricercatori americani hanno affidato i topolini nati da madri con Mia alle cure di esemplari sani, per valutare la correlazione tra autismo e infiammazione. I piccoli mostravano comportamenti simili all’autismo, ma non sembravano manifestare sintomi dell’infiammazione intestinale. Al contrario, i topolini nati dal gruppo sano e allevati da mamme con Mia non mostravano sintomi correlati all’autismo, ma erano suscettibili all’infiammazione intestinale. Questi dati “suggeriscono che lo sviluppo neurologico dipende da fattori antecedenti alla nascita, mentre la risposta immunitaria può formarsi in un momento successivo“.
“Penso che in un periodo come questo in cui dobbiamo fare i conti oltre che con il contagio da virus anche con il contagio psichico – aggiunge la dottoressa Di Renzo – sia indispensabile la massima cautela. Vorrei sottolineare il fatto che esistono varie manifestazioni addebitabili a fattori neurologici con sintomatologie simili a quelle presenti nei DSA che però non rientrano in quel quadro. I test descrivono la sintomatologia autistica ma non ne indicano la causa, e molti comportamenti simili hanno origini diverse“.
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