Home » Cosa fare quando si consuma la cartilagine del ginocchio

Cosa fare quando si consuma la cartilagine del ginocchio

Le terapie da affrontare in questi casi sono due: quelle precedenti all’usura completa e quella risolutiva. Vediamo quali sono.

di Melania Sorbera

Con l’età o per fattori genetici potrebbe comparire l’artrosi. Questa patologia si manifesta spesso con l’usura della cartilagine del ginocchio. Un problema che affligge numerosi pazienti, il cui sintomo più diffuso è il “consumo” della cartilagine, quel tessuto elastico che come un cuscinetto ricopre le ossa delle articolazioni permettendone un movimento fluido.

Alcuni fattori di rischio che prevedono l’usura della cartilagine sono: il sovrappeso, una deviazione dell’arto, a volte una postura errata, tutti fattori che determinano un sovraccarico sull’articolazione e, a lungo andare, il conseguente dolore. Altri sintomi della patologia, su cui basarsi sono: il gonfiore e, naturalmente, la riduzione del movimento, fino al blocco articolare.

Cosa fare a questo punto? L’iniezione con antinfiammatorio o antidolorifico è un rimedio che interviene per bloccare l’infiammazione nella fase acuta. E’ un intervento non risolutivo che, in genere, ne prevede un altro curativo: le infiltrazioni. Questa metodologia di intervento, in alcuni casi, promuove la riparazione dei tessuti dell’apparato muscolo-scheletrico, stimolando le risorse naturali dell’organismo. Le infiltrazioni arrivano direttamente all’articolazione che, in virtù delle sostanze iniettate, è stimolata a rigenerarsi. Le sostanze da iniettare durante le infiltrazioni sono: l’acido ialuronico e le cellule staminali. Le infiltrazioni di acido ialuronico non vanno intese come una cura definitiva per l’artrosi al ginocchio. Esse sono più che altro un trattamento conservativo, con benefici che durano fino a 6 mesi. Allontanano nel tempo i progressivi danni che questa patologia può portare.

La pratica clinica prevede di eseguire un’infiltrazione al livello dello spazio intra-articolare una volta ogni 7 giorni, almeno per 3 settimane consecutive. In relazione ai sintomi del paziente, è consigliato effettuare non più di due cicli di infiltrazioni all’anno. Le infiltrazioni che sfruttano l’azione delle cellule staminali prelevate dal grasso o dal midollo osseo, invece, favoriscono la riparazione dei tessuti sia direttamente che indirettamente. In questi casi, il grasso prelevato dall’addome, dalle cosce o dai fianchi viene filtrato per concentrare la frazione vascolare stromale, ricca di staminali. Questa parte viene iniettata nell’articolazione. La durata del trattamento dipende molto dallo stato di avanzamento dell’artrosi, in genere i benefici durano dai 5 ai 10 anni.

Infine quando la cartilagine è completamente usurata è possibile ricorrere ad una sostituzione parziale dell’articolazione, attraverso una protesi. La sostituzione parziale ha il vantaggio di conservare intatti tutti i legamenti del ginocchio, è un intervento chirurgico meno invasivo rispetto all’inserimento di una protesi totale. I benefici dell’intervento parziale possono durare oltre 20 anni.

1 commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pubblicità

Canali 15 e 81 del DGTV in Sicilia

Pubblicità