Home » COVID e malati HIV: contagio e vaccino

COVID e malati HIV. Pazienti esposti al virus ma non più di altri in “comorbilità”. Ne parliamo con il dott. Carmelo Iacobello, Direttore Malattie Infettive dell’Azienda ospedaliera Cannizzaro di Catania.


L’IMPATTO DEL COVID-19 SUI MALATI DI HIV: UN’ANALISI SCIENTIFICA

Secondo la letteratura scientifica internazionale, i pazienti con HIV non sembrano avere una maggiore probabilità di contrarre l’infezione da COVID-19 rispetto a coloro che non sono affetti da HIV. Tuttavia, è importante considerare i fattori di rischio comuni, come l’obesità, l’ipertensione, le patologie renali e il diabete, che possono rendere sia i pazienti HIV positivi che quelli non affetti più vulnerabili a sviluppare forme più gravi di COVID-19.

Gli studi condotti su un ampio numero di pazienti sieropositivi hanno evidenziato che l’accesso alle strutture sanitarie è una sfida per entrambi i gruppi di pazienti durante la pandemia. La riduzione dei test di screening per l’HIV potrebbe portare a una diagnosi tardiva e a un aumento dei casi gravi di infezione. Inoltre, i pazienti con potenziale esposizione all’HIV potrebbero incontrare difficoltà nell’accedere alle terapie profilattiche a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia.

STUDI INTERNAZIONALI E ACCESSO ALLE CURE

Gli studi che hanno esaminato l’impatto del COVID-19 sui pazienti sieropositivi provengono da fonti scientifiche internazionali e sono pubblicati su riviste specializzate in infezioni da HIV. È importante sottolineare che l’accesso alle cure per i pazienti HIV può essere compromesso durante la pandemia, poiché le strutture sanitarie sono sovraccariche e le risorse sono limitate. Questa situazione non riguarda solo i pazienti HIV, ma tutti i pazienti che necessitano di cure ospedaliere.

VACCINAZIONI PER I MALATI DI HIV?

I pazienti con HIV sono considerati soggetti fragili e con comorbilità che li rendono più suscettibili a sviluppare forme gravi di COVID-19. Pertanto, la vaccinazione è fortemente consigliata per questa popolazione. I vaccini a base di virus inattivati o virus genomici, che non rappresentano un rischio aggiuntivo per i pazienti immunocompromessi, sono considerati sicuri ed efficaci per i pazienti con HIV.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i vaccini COVID-19 non rappresentano un rischio aggiuntivo per i pazienti affetti da HIV. Poiché questi vaccini non contengono virus vivi attenuati, non vi è alcuna restrizione specifica per la vaccinazione di soggetti con infezione da HIV. Anche in presenza di un conteggio dei linfociti CD4 inferiore a 200, i vaccini COVID-19 possono essere somministrati in tutta sicurezza.

È importante sottolineare che i vaccini COVID-19 disponibili attualmente si basano su virus genomici o altre tecnologie che non coinvolgono virus vivi. Pertanto, tutti i pazienti sieropositivi, indipendentemente dal loro stato immunitario, possono essere considerati idonei per la vaccinazione.

NUOVE DIAGNOSI E IL TIMORE DEL CONTAGIO

Esiste una preoccupazione legittima che i potenziali malati di HIV possano evitare di recarsi in ospedale per timore del contagio da COVID-19, ritardando così la diagnosi e l’accesso alle cure necessarie. Questa situazione riguarda non solo i pazienti sieropositivi, ma anche tutti gli individui che necessitano di controlli e follow-up per condizioni croniche, come diabetici e pazienti nefropatici.

Per garantire la sicurezza dei pazienti, le strutture sanitarie hanno adottato misure rigorose per prevenire il contagio all’interno delle strutture. Vengono evitati gli affollamenti, vengono create situazioni disciplinate di accesso agli ambulatori e vengono eseguiti tamponi antigenici e molecolari per individuare tempestivamente eventuali casi di COVID-19.

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