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Disbiosi intestinale: la radice di tutti i mali

In questi ultimi anni all'alterazione della flora batterica intestinale si attribuiscono una serie di disturbi e patologie. Vediamo quali.

di Melania Sorbera

La disbiosi è un termine generico per indicare un’alterazione della flora batterica. Questa può essere vaginale, cutanea, ecc… Quando si parla solo di disbiosi però, si intende quella intestinale.

La modifica della flora batterica intestinale, ancora prima di una vera e propria patologia viene considerata un disturbo che crea disagi. Eppure questo disturbo potrebbe essere responsabile o avere un ruolo in alcune tendenze del nostro organismo, come ad esempio: la suscettibilità alle infezioni, alle allergie, le intolleranze alimentari, le malattie autoimmuni, la celiachia, le carenze nutrizionali, predisposizioni ai tumori del colon retto, bassa efficienza fisica con senso di debolezza, ecc…

Nel microbiota, normalmente presente nel colon, è presente una straordinaria quantità e varietà di microrganismi, anche se la maggior parte di questi è costituita da batteri. Per mantenere il normale equilibrio di questa flora batterica, dovrebbe prevalere la presenza dei simbionti, i cosiddetti batteri “buoi”, che evitano la proliferazione dei batteri patogeni, migliorando la funzionalità della mucosa intestinale e, di riflesso, la salute dell’intero organismo.

Tra le forme comuni di disbiosi c’è, ad esempio, anche la proliferazione eccessiva di microorganismi nel tratto tenue, responsabile della “Sindrome da Contaminazione Batterica del Tenue” o SIBO e della “Sindrome da Contaminazione Funginea del Tenue” o SIFO.

La disbiosi può nascondersi attraverso manifestazioni non sempre riconoscibili. Un modo per diagnosticarla è, in primo luogo, l’osservazione della salute del colon oppure bisogna affidarsi all’esame della tipologia della carica batterica  delle feci. I sintomi gastrointestinali più diffusi sono: la sensazione di “cattiva digestione“, il gonfiore addominale, la cefalea, i disturbi del sonno, la stitichezza e il meteorismo. Possono insorgere anche cambiamenti dell’umore e stanchezza fisica.

Nella donna la disbiosi può, inoltre, essere responsabile di infezioni urogenitali ricorrenti, come la candidosi vaginale, le vaginosi e le uretriti batteriche. Negli atleti che si allenano molto la disbiosi può aumentare la suscettibilità delle infezioni del tratto respiratorio superiore.

Esiste anche un legame che correla l’età con la disbiosi e il declino neurologico. Le interazioni tra l’asse intestino-cervello, potrebbero consentire al microbioma intestinale di influenzare lo sviluppo neurale, la cognizione e il comportamento. Proprio per questo, correggendola nei pazienti anziani, si potrebbe prevenire in parte lo sviluppo di malattie neurodegenerative.

Anche il sistema cardiovascolare non è esente dall’alterazione della flora batterica intestinale. Attraverso molecole di segnalazione e metaboliti bioattivi può cambiare l’attività di alcuni ormoni neuro-entero-endocrini, che possono promuovere l’insufficienza cardiaca e altre condizioni come: malattie renali croniche, ipertensione, obesità e diabete.

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