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Ecco la dieta per contrastare la pressione bassa

Per ipotensione si intende lo scostamento della pressione del sangue differenziando quella massima, detta sistolica, dalla minima, detta diastolica, le cui soglie di normalità corrispondono rispettivamente a 120-129 e 80-84. In estate la pressione bassa diventa una condizione ancora più temibile, per contrastarla si può ricorrere ad un regime alimentare adeguato. Vediamo quale.

 di Melania Sorbera

Esistono vari tipi di pressione bassa; i più importanti sono: l’ipotensione ortostatica, nota come ipotensione posturale, che si verifica tipicamente con l’improvviso passaggio dalla posizione seduta o sdraiata a quella eretta; l’ipotensione postprandiale che si palesa successivamente ai pasti, in genere entro due ore dopo aver mangiato e l’ipotensione neuromediata che si manifesta classicamente dopo lunghi periodi trascorsi in piedi o a seguito di forti emozioni, diffusa soprattutto nei bambini e negli adolescenti.

Nel corso della giornata, la pressione può subire dei cali temporanei a seguito di eventi ben specifici come il sonno notturno, i momenti di relax oppure l’aver mangiato di recente. Può essere una condizione costituzionale, fisiologica, presente talvolta senza un motivo preciso e riconoscibile, alle volte è la conseguenza di patologie più o meno importanti o di cure farmacologiche che prevedono farmaci quali: calcio-antagonisti, trinitrina o nitroglicerina, bloccanti del recettore per l’angiotensina II o sartani, alfa-bloccanti e anestetici usati per l’anestesia spinale; diuretici; beta-bloccanti; narcotici; antidepressivi triciclici e alcuni medicinali.

Poiché l’ipotensione determina: spossatezzaastenia, sonnolenza e scarsa lucidità mentale, talvolta svenimenti è necessario, soprattutto con le ondate di calore estive, consumare alimenti che possono contrastarla. Ad esempio mantenere un buon livello di zucchero nel sangue garantisce un effetto osmotico e contribuisce a mantenere un volume plasmatico normale. Anche se il consumo del comune sale da cucina è discutibile, un pizzico di normalità in questi casi è raccomandata. Masticare bastoncini di liquirizia al naturale, è una buona abitudine perché la glicirizzina, una molecola che simula l’azione dell’ormone aldosterone, favorisce l’aumento della pressione sanguigna. Lo stesso è consigliato per lo zenzero. Aumentare il consumo di liquidi, bevande analcoliche, acqua oligominerale o centrifugati di verdura. Sono da evitare bevande troppo concentrate che possono provocare diarrea o le acque minimamente mineralizzate, ipoteticamente drenanti. Da limitare anche le bevande alcoliche che provocano una vasodilatazione abbassando ulteriormente la pressione sanguigna.

Non bisogna consumare pasti troppo abbondanti. La digestione, infatti, richiede un impegno notevole e gli organi coinvolti necessitano di un flusso sanguigno piuttosto generoso. Di conseguenza, il sangue andrà a scarseggiare in altri distretti corporei come ad esempio il cervello. Una buona ripartizione energetica tra i pasti potrebbe essere: 15% colazione, 10% spuntini, 30% pranzo e 25% cena.

Garantire la quantità di emoglobina nel sangue è altrettanto importante. L’eventuale carenza di questa proteina può determinare la cosiddetta anemia sideropenica, una patologia che aggrava l’ipotensione.

Abolire l’integrazione alimentare eccessiva. Tutto ciò che viene assorbito ma non utilizzato dall’organismo è destinato alla filtrazione renale e all’espulsione con le urine. Aumentare eccessivamente la concentrazione osmotica del plasma può incrementare la necessità di filtrazione renale e la conseguente escrezione di liquidi.

 

2 commenti

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  • […] Qualsiasi sia la via di somministrazione è importante ricordare che il cortisone deve essere gradualmente scalato e non sospeso in maniera improvvisa, perché la somministrazione prolungata può portare a un’atrofia surrenalica e l’interruzione improvvisa può comportare insufficienza surrenalica e ipotensione. […]

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