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Malattie cardiovascolari: le indicazioni per favorire l’aderenza terapeutica

Fondazione Onda, insieme a clinici ed esperti delle Regioni, ha prodotto il documento “Aderenza terapeutica in ambito cardiovascolare”, con l’obiettivo di stimolare un dibattito in merito alle criticità ancora esistenti nell’aderenza terapeutica in ambito cardiovascolare, all’impiego dei farmaci a dose-fissa e infine il ruolo delle governance regionali nel creare e implementare metodologie di monitoraggio.

Implementare l’utilizzo di tecnologie per il monitoraggio dei pazienti, anche a distanza; implementare figure a supporto del medico, come l’infermiere esperto, nell’educare i pazienti a un corretto uso di farmaci; valorizzare il ruolo del farmacista; semplificare lo schema terapeutico attraverso l’utilizzo di farmaci a dose fissa. Sono queste alcune delle principali conclusioni del documento “Aderenza terapeutica in ambito cardiovascolare” messo a punto da Fondazione Onda a seguito di un Tavolo interregionale con clinici esperti e rappresentanti delle Istituzioni delle regioni Campania, Toscana e Lombardia. L’iniziativa si è posta l’obiettivo di stimolare un dibattito per evidenziare le criticità ancora esistenti nell’aderenza in ambito cardiovascolare e il ruolo delle governance regionali nel creare e implementare metodologie di monitoraggio nonché discutere il ruolo della semplificazione del regime terapeutico attraverso l’impiego dei farmaci a dose-fissa nel novero delle strategie di intervento efficaci.

Infatti, “secondo i dati del Rapporto Nazionale 2020 “L’uso dei Farmaci in Italia”, realizzato dall’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) dell’AIFA,” spiega Serena Perna, Ufficio Monitoraggio della Spesa Farmaceutica e Rapporti con le Regioni, AIFA, “l’aderenza e la persistenza – ossia rispettivamente il grado con cui il paziente segue le raccomandazioni del medico (dosi, tempi e frequenza) per l’assunzione di un farmaco in un dato periodo temporale e il tempo intercorrente, in giorni, tra l’inizio e l’interruzione di un trattamento farmacologico prescritto – per le categorie terapeutiche cardiovascolari di anticoagulanti, antiipertensivi e antiaggreganti sono ‘’sub-ottimali’’, con dei tassi di alta aderenza rispettivamente del 59,7 per cento, 52,5 per cento e 52,0 per cento, mentre per quella degli ipolipemizzanti la percentuale di alta aderenza è del 41,9 per cento. Dal Rapporto emerge inoltre come le donne siano tendenzialmente meno aderenti e persistenti degli uomini e che l’aderenza e la persistenza subiscano una forte riduzione nei soggetti più anziani, in particolare negli over 85 anni”.

Le malattie cardiovascolari, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), rappresentano la principale causa di morte nel nostro Paese, essendo responsabili del 44 percento di tutti i decessi. In questo genere di patologie per garantire il successo dell’intervento terapeutico nelle condizioni croniche, l’aderenza terapeutica è un elemento di fondamentale importanza. Con l’emergenza sanitaria da Covid-19 si è verificata, però, non solo una drastica riduzione di controlli clinici e di esami diagnostici, ma anche una minore aderenza ai corretti stili di vita e alle terapie; per questo sebbene l’efficacia di farmaci impiegati nella prevenzione di queste malattie, come antipertensivi, antiaggreganti e statine sia supportata da ampie e consolidate evidenze scientifiche, tuttavia “La mancata o insufficiente aderenza terapeutica da parte di pazienti con malattie cardiovascolari rappresenta un problema anche di sostenibilità del sistema, alla luce dell’invecchiamento della popolazione che spesso presenta numerose comorbilità e quindi schemi di terapia complessi, commenta Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere. “Per facilitare questi pazienti cronici, la semplificazione terapeutica con terapie di combinazione a dosaggio fisso unitamente all’utilizzo della telemedicina, costituisce una valida strategia per promuovere l’aderenza.”

La mancata aderenza alle prescrizioni mediche rappresenta un fenomeno molto diffuso e soprattutto di grande impatto nel trattamento delle malattie croniche cardiovascolari nonché in prevenzione cardiovascolare”, chiarisce Massimo Volpe, Presidente SIPREC, Società Italiana per la prevenzione cardiovascolare. “La disponibilità di soluzioni terapeutiche che consentono di semplificare il trattamento, come ad esempio le associazioni precostituite di farmaci in pillola singola, costituisce senz’altro uno strumento di grande efficacia per favorire l’aderenza al trattamento“.

In Italia nel 2020 si stima un costo complessivo legato alle patologie cardiovascolari di ben € 23 miliardi, in aumento rispetto ai € 18 miliardi stimati nel 2014”, spiega Giorgio Colombo, Direttore scientifico CEFATCentro di Economia del Farmaco e delle Tecnologie Sanitarie, Dip.to di Scienze del Farmaco, Università degli Studi di Pavia. “Il trattamento delle dislipidemie con farmaci ipolipemizzanti, importante fattore di rischio delle malattie cardiovascolari, è caratterizzato da un basso tasso di aderenza da parte dei pazienti, che genera insuccessi terapeutici, prolungamenti o cambi di terapie rimborsate e aumento del rischio di ospedalizzazione. Tra le principali cause della bassa aderenza alle terapie ipolipemizzanti vi è la complessità dei regimi terapeutici. Partendo da questa constatazione, emergono le potenzialità di impiego per il paziente e i benefici per il sistema sanitario nazionale delle single-pill combination (SPC) o fixed-dose combination (FDC), farmaci dati dalla combinazione di due o più principi attivi a dosaggio fisso all’interno della stessa unità posologica, che si differenziano quindi dalle combinazioni estemporanee di due o più farmaci (multi-pill). Molteplici studi internazionali hanno dimostrato come le FDC rechino un significativo aumento dell’aderenza nella popolazione trattata, con conseguente miglioramento anche nei parametri clinici, come nei livelli di colesterolo LDL e nella pressione sistolica. La ricerca farmacoeconomica, in Italia come in tutti gli altri contesti Europei, suggerisce che il trattamento con single-pill combination determina un aumento del tasso di aderenza con conseguente miglioramento degli outcomes clinici dei pazienti ed una contestuale riduzione del costo dei farmaci, con un risparmio annuo per paziente nel range € 248,11 – € 321,99, con un risparmio a livello nazionale di oltre € 100.000.000 l’anno”.

L’iniziativa è stata realizzata con il contributo incondizionato di Sandoz.

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