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Meningite: una patologia in aumento. Si può evitare grazie al vaccino

L’ultimo caso di meningite fulminante risale a due settimane, protagonista un ragazzo di Treviso, stroncato a 22 anni. L’emergenza Covid-19, in Italia, a quanto pare non è l’unica. Occorre vaccinarsi contro la meningite.

Di Melania Sorbera

La platea dei vaccinati contro la meningite, un’infiammazione delle membrane, dette meningi, che avvolgono il cervello e il midollo spinale, è diminuita in modo drastico. Secondo i dati dell’Azienda territoriale sanitaria di Milano, ad esempio, la copertura negli ultimi due anni è scesa dal 73,3% al 39%. Un calo constatato non solo per il quadrivalente contro la meningite ma anche per il vaccino anti Papilloma virus e per il richiamo contro difterite, tetano e pertosse. Secondo lo studio “Invasive meningococcal disease in Italy: from analysis of national data to an evidence-based vaccination strategy” pubblicato nel 2020 sul Journal of Preventive Medicine and Hygiene, sono in aumento, invece, i casi. Tra il 2011 e il 2017, emerge un costante aumento della diffusione della malattia meningococcica dovuto soprattutto alla coesistenza di diversi sierogruppi portatori dell’infezione. Si tratta dei sierogruppi ACWY, che considerati insieme, causano la maggior parte dei casi di diffusione di una forma della patologia più acuta. La malattia meningococcica invasiva si chiama. Un’infezione batterica che può invadere alcune aree dell’organismo, causando gravi manifestazioni come, ad esempio, la meningite e la sepsi. Gli effetti più noti di queste patologie sono: i problemi neurologici, la perdita degli arti, la sordità, la morte nel 12% dei casi. Proprio contro questi sierogruppi, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha autorizzato l’immissione in commercio, nel 2021, di un nuovo vaccino per l’immunizzazione attiva dei soggetti, di età pari o superiore ai dodici mesi, causata dai sierogruppi A, C, W e Y di meningococco. Il quadrivalente appunto. Chi dovrebbe vaccinarsi contro la meningite?

La vaccinazione contro il meningococco di tipo C è gratuita e prevede una sola dose a 13 mesi. E’ raccomandata anche per gli adolescenti suscettibili. Per chi è stato vaccinato da bambino può essere necessario un richiamo nell’adolescenza. La vaccinazione contro il meningococco di tipo B dipende dall’età di inizio della vaccinazione, vi sono diverse dosi. La vaccinazione quadrivalente contro il meningococco A-C-Y-W135 consiste nella somministrazione di una singola dose a partire dai 12 mesi di età. Ci si può vaccinare anche da adolescenti. Non dimentichiamo che statisticamente la patologia si sviluppa maggiormente fino ai 25 anni di età. Il farmaco, una volta inoculato, stimola il sistema immunitario a sviluppare anticorpi contro le particelle del batterio. In seguito ad un’eventuale esposizione al meningococco, gli anticorpi e gli altri componenti del sistema immunitario distruggono le particelle batteriche, proteggendo l’individuo dall’infezione. Tra gli effetti collaterali finora osservati, vi possono essere: l’indurimento della pelle nel sito d’iniezione, il dolore, l’eritema, il mal di testa, la nausea e la febbre alta o febbricola, specie nei bambini piccoli. Poco o niente, insomma, rispetto alla patologia vera e propria.

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