Home » Scompenso cardiaco: al Sant’Ambrogio cura innovativa

Una tecnica innovativa e all’avanguardia per curare lo scompenso cardiaco. L’intervento con impianto del nuovo dispositivo Atrial Flow Regulator è stato eseguito, primo intervento in Lombardia e secondo in Italia, all’Istituto Clinico Sant’Ambrogio di Milano. Ne parliamo con colui che ha eseguito l’intervento, Maurizio Tespili, responsabile dell’unità operativa di Cardiologia.


COS’È LO SCOMPENSO CARDIACO?

Il termine scompenso cardiaco viene utilizzato per indicare una condizione in cui il cuore non riesce a pompare quantità di sangue adeguate alle necessità dell’organismo, determinando l’accumulo di liquidi a livello degli arti inferiori, dei polmoni e in altri tessuti. È una condizione in cui il cuore perde la sua forza e non funziona correttamente nel supportare le esigenze dell’organismo.

QUALI SONO I SINTOMI DELLO SCOMPENSO CARDIOCIRCOLATORIO?

In Italia, questa malattia colpisce circa un milione di persone, e le cause possono variare dall’infarto alle malattie delle valvole cardiache. I sintomi dello scompenso cardiaco: stanchezza, affanno, specie durante sforzo o quando ci si sdraia, accelerazione del battito cardiaco, gonfiore alle gambe o all’addome, possono essere sottovalutati sia dai pazienti sia dai medici, o essere attribuiti a malattie respiratorie, a disturbi digestivi o allo stress.

COME SI EFFETTUA LA DIAGNOSI DI SCOMPENSO CARDIOCIRCOLATORIO?

La diagnosi di scompenso cardiaco è basata sulla valutazione clinica, che comprende l’anamnesi, l’esame fisico e indagini di laboratorio e strumentali. Le più importanti di queste sono: elettrocardiogramma, l’ecocardiogramma e il dosaggio dei peptidi natriuretici, BNP e NT-proBNP, molecole prodotte per lo più dal ventricolo sinistro.

Il risultato di quest’ultimo esame può essere utilizzato sia per la diagnosi di insufficienza cardiaca, sia per determinarne la gravità e anche per valutare la risposta del paziente alla terapia. Livelli ematici nella norma in genere escludono lo scompenso cardiaco.

QUALI SONO LE TERAPIE TRADIZIONALI PER LO SCOMPENSO CARDIOCIRCOLATORIO?

Le terapie mediche sono generalmente il primo approccio per il trattamento dello scompenso cardiaco. Esistono farmaci potenti ed efficaci che possono migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita del paziente. Tuttavia, in alcuni casi, quando la terapia medica non risulta sufficiente, possono essere necessarie tecniche più aggressive, come il trapianto cardiaco.

IN COSA CONSISTE QUESTA NUOVA CURA?

Una cura innovativa che si sta sviluppando consiste sempre di più è quella che avviene attraverso l’impianto di un piccolo dispositivo all’interno del cuore. Questo dispositivo, attraverso un foro, permette la comunicazione tra il lato sinistro e il lato destro del cuore, riducendo la pressione interna.

Questa tecnica è stata testata in pochi casi in Europa ed è ancora in fase di sviluppo. L’intervento in sé dura circa 50 minuti, con il paziente sveglio. Tuttavia, è importante sottolineare che questa cura non è adatta a tutti i pazienti e richiede una selezione accurata basata su specifiche caratteristiche del cuore.

QUALI DEVONO ESSERE LE CARATTERISTICHE DEI PAZIENTI IDONEI A QUESTA CURA?

I pazienti che possono beneficiare di questa cura innovativa sono quelli che presentano scompenso cardiaco con un ventricolo particolarmente dilatato e con una parte destra del cuore ancora efficace. Prima di sottoporre un paziente all’intervento, è necessario valutarne attentamente le caratteristiche per garantire l’idoneità. È importante notare che non tutti i pazienti selezionati per questa terapia possono effettivamente riceverla, poiché si tratta ancora di una tecnica in fase di sperimentazione.

QUALI SONO I VANTAGGI E LE CONTROINDICAZIONI DELL’IMPIANTO DEL DISPOSITIVO?

Una volta impiantato, il dispositivo rimane nel cuore del paziente per tutta la vita. È composto da una lega di metallo biocompatibile e non richiede sostituzioni future. Il paziente deve essere monitorato periodicamente per valutare le pressioni nel cuore.

Questa nuova cura può migliorare la qualità di vita del paziente, riducendo la pressione interna e i sintomi associati allo scompenso cardiaco. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che questa terapia non è adatta a tutti i pazienti e richiede una selezione accurata.

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