Varese, 16 Aprile 2019
“Quando sono arrivata per la prima volta negli ambulatori della Dermatologia dell’Ospedale di Circolo avevo quasi perso la speranza di tornare a camminare.
Da due anni, infatti, una dolorosissima ulcera mi aveva devastato la gamba sinistra. All’inizio sembrava solo una crosticina, ma poi ha iniziato a crescere, a farsi sempre più larga e dolorosa e a intaccare il muscolo. Non solo camminare, ma anche lavarmi, vestirmi, tutto era diventato un problema“.
La signora Irene combatte da quando aveva 27 anni con una malattia reumatica che può diventare invalidante, l’artrite reumatoide. La terapia, a base di immunosoppressori, funziona, ma può comportare, tra gli effetti collaterali, la difficoltà nella cicatrizzazione delle ferite.
E quando Irene arriva nell’ambulatorio dedicato alle ulcere infiammatorie della Dermatologia dell’Ospedale di Circolo, diretta dal prof. Alberico Motolese, la ferita è ormai enorme: 24 centimetri per 13, praticamente tutto il polpaccio. Ed è infetta: un batterio, infatti, vi si è annidato in profondità, provocando febbri frequenti e alterando tutti gli indici infiammatori.
“Il prof. Motolese mi ha visitata e ha esordito con una frase che non dimenticherò mai: mi disse che non voleva più vedermi in carrozzina!“.
Motolese avvisò subito la paziente che la cura sarebbe stata lunga, ma che, grazie a terapie particolarmente innovative, la sfida, perché di sfida effettivamente si trattava, poteva essere vinta.
Il primo passo consisteva nell’arginare la crescita della ferita, la parte più difficile. Poi provare a favorirne la cicatrizzazione.
“La terapia è stata lunga e complessa. Abbiamo agito su fronti diversi, con tecniche nuove, alcune addirittura nuovissime – spiega il Prof. Motolese –tecniche che si possono trovare solo in strutture di Dermatologia iperspecializzate, come la nostra, in cui è attivo un ambulatorio dedicato nello specifico alle ulcere infiammatorie, un disturbo completamente diverso dalla ulcere dovute a insufficienza vascolare“.
In Italia ci sono quasi due milioni di persone che soffrono di ulcere, e di queste circa il 20% sono di tipo infiammatorio, come quella della signora Irene, mentre la maggior parte sono dovute ad insufficienza vascolare. Le prime si curano in centri di dermatologia specializzati come quella dell’Ospedale di Circolo, mentre le seconde sono di competenza degli ambulatori di vulnologia.
Per curare la ferita della signora Irene si è proceduto innanzitutto con la somministrazione, sia per infiltrazione, sia per applicazione, di PRP, cioè di Plasma Ricco di Piastrine. Contemporaneamente, in collaborazione con il Servizio Trasfusionale dell’Ospedale di Circolo, si è somministrata una terapia a base di concentrato di monociti, ottenuto dal sangue della paziente stessa.
Infine, sono stati praticati degli innesti di pelle, prelevandola dalla spalla della paziente, così da favorire la rigenerazione dell’epidermide.
Complessivamente la terapia è durata 8 mesi. “E sono davvero guarita! – commenta entusiasta Irene – Finalmente sono tornata a fare una vita normale. Ho potuto fare la doccia senza impacchettare ogni volta la ferita, e la prossima estate un bagno in piscina non me lo proibisce nessuno. Soprattutto, però, posso giocare con i miei nipotini, senza difficoltà e impedimenti!“.
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