Home » Videogiochi: le differenze di genere spiegano la dipendenza
I ragazzi, rispetto alle ragazze, sono più attratti dai videogiochi e quindi più suscettibili di sviluppare il gaming disorder. Vediamo di cosa si tratta.

di Melania Sorbera

La dipendenza da videogioco o gaming disorder, è un disturbo inserito, nel 2018, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità tra le malattie mentali.

Sono stati proposti nove criteri comportamentali che permettono di individuare questa patologia, tra questi:

  • la preoccupazione, il soggetto è nervoso se non può giocare,
  • l’astinenza,
  • l’assuefazione, cioè l’aumento della quantità di tempo spesa a giocare,
  • la difficoltà a staccarsi dal gioco,
  • la rinuncia ad altre attività,
  • la necessità di continuare a giocare nonostante i problemi causati dal gioco,
  • la possibilità di mentire sul tempo passato davanti allo schermo,
  • la possibilità di giocare per scappare da emozioni negative,
  • la perdita delle relazioni interpersonali e di opportunità in ambito lavorativo.

Secondo questa classificazione, la presenza di almeno 5 dei 9 criteri nel corso di dodici mesi rappresenta un campanello d’allarme e indica che il soggetto potrebbe soffrire di gaming disorder.

Secondo uno studio pubblicato da Social Cognitive Affective Neuroscience, basato sulla risonanza cerebrale di un gruppo di giovani, i maschi sarebbero più attratti dai videogiochi rispetto alle femmine e quindi maggiormente a rischio patologia.

I ricercatori, coordinati da Marc Potenza della Yale University, hanno analizzato 40 ragazze e 68 ragazzi, di 21 anni di età media, mentre si sottoponevano a 30 minuti di giochi online.

La risonanza ha mostrato che sia prima, sia subito dopo il gioco, l’area cerebrale associata alla ricompensa dei ragazzi era più attivata rispetto a quella della controparte femminile.

 “Il gioco sollecita nei cervelli dei maschi più attivazioni legate al desiderio – conclude lo studio -. Questo suggerisce un meccanismo neurale per il motivo per cui i maschi sono più vulnerabili allo sviluppo della dipendenza da gaming“.

Quello che i maschi siano più attirati dai giochi è un fenomeno confermato anche dalle statistiche d’uso. Secondo una ricerca del Pew Research Center ad esempio il 41% degli adolescenti afferma di passare molto tempo giocando, contro solo l’11% delle ragazze. Questo è un bene per le nostre ragazze ma non basta ad arginare il fenomeno, tra l’altro in continua crescita.

Il trattamento per la dipendenza da videogiochi è simile a quello per altre dipendenze, si cura con una consulenza psicologica e la terapia cognitivo comportamentale.

La dipendenza è simile a una dipendenza da cibo. Di conseguenza, alcuni centri di trattamento esplorano l‘uso controllato piuttosto che l’astinenza. Non esiste, infatti, una cura globale per la dipendenza da videogiochi. Si possono anche ridurre le ore di partecipazione ai giochi ma l’aspetto più importante sembrerebbe connesso alla consapevolezza dei fattori scatenanti. Più si è  in grado di conoscere i motivi per cui si gioca senza sosta, più si potrebbe essere in grado di controllarne l’uso.

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