Home » Attacco di cuore: quando si ricorre all’angioplastica

Ogni anno in Italia si verificano circa 120 mila infarti del miocardio, popolarmente noto come ‘attacco di cuore’. Come trattarlo? Ne parliamo con Carlo Cicerone, direttore Cardiologia con emodinamica, Ospedali Riunti Villa Sofia di Palermo.


COS’È L’INFARTO DEL MIOCARDIO?

L’infarto del miocardio, o attacco cardiaco, è un evento medico molto grave e potenzialmente mortale. Si verifica quando un ramo coronarico del cuore si occlude, creando un’ischemia prolungata e causando il danno del tessuto miocardico. Questo danno può portare a gravi aritmie, che possono causare la morte.

INFARTO DEL MIOCARDIO: QUALI SONO I SINTOMI?

I sintomi dell’infarto del miocardio possono essere molto chiari, ma a volte anche insidiosi. Il sintomo più comune è il dolore toracico anteriore, situato al centro del torace, tipicamente in zona retrosternale. Si può avvertire una sensazione di compressione, oppressione, come se si avesse un peso enorme sul petto. Questo disturbo può durare anche più di 30 minuti.

Altri sintomi dell’infarto del miocardio possono includere il vomito, la nausea e un improvviso arresto cardiaco, che può manifestarsi con un episodio sincopale, lo svenimento. Tuttavia, ci sono casi in cui i sintomi possono essere meno evidenti o addirittura assenti. In questi casi, è importante prestare attenzione a eventuali segnali come una stanchezza eccessiva, mancanza di respiro, sudorazione fredda e senso di ansia.

QUALI SONO LE CAUSE DELL’INFARTO?

Le principali cause dell’infarto del miocardio sono le occlusioni coronariche e la formazione di coaguli. Il coagulo si forma all’interno di una coronaria, che spesso è patologica e rivestita da depositi di colesterolo. Per prevenire l’infarto, è importante conoscere le cause che portano alla formazione di queste placche. I fattori di rischio cardiovascolari noti, come il fumo, l’ipertensione e il diabete, sono solo alcune delle principali cause.

Anche i pazienti con insufficienza renale sono a rischio di infarto del miocardio. Per mantenere integre le arterie, è importante seguire uno stile di vita sano, che include attività fisica moderata e una dieta ricca di fibre vegetali. In caso di danneggiamento dello stato endoteliale, il colesterolo penetra e si accumula tra le cellule, formando placche che ostruiscono il lume della coronaria.

È POSSIBILE DIAGNOSTICARE L’INFARTO DEL MIOCARDIO IN TEMPO?

Il trattamento dell’infarto del miocardo è urgente e richiede l’intervento tempestivo di personale medico specializzato. Fortunatamente, grazie alla donazione del 118 e all’instaurarsi di una rete per l’infarto acuto coordinata dalle centrali, è possibile una diagnosi super precoce, che viene effettuata all’interno dell’ambulanza con un elettrocardiogramma trasmesso alla cardiologia più vicina.

In tal modo, è possibile attivare immediatamente un meccanismo che porta il paziente direttamente nella sala di emodinamica, dove viene eseguita, in fase acuta, la coronarografia, un esame diagnostico che consente di individuare la presenza di ostruzioni delle arterie coronarie.

INTERVENTO CHIRURGICO PER L’INFARTO: COS’È L’ANGIOPLASTICA?

Nel momento in cui viene diagnosticato, il tempo gioca un ruolo fondamentale per salvare la vita del paziente. L’intervento di angioplastica primaria è diventata la terapia di scelta per il trattamento dell’infarto. Questo procedimento permette di introdurre all’interno dell’albero coronarico dei tubicini per applicare palloncini o stent.

Lo stent è un dilatatore metallico a forma di reticolo che viene posizionato all’interno del tratto stenotico della coronaria. In questo modo si riesce a dilatare l’arteria e ripristinare il flusso sanguigno. Risulta essere la strategia di scelta per il trattamento dell’infarto in quanto consente di ripristinare il flusso sanguigno entro due ore dall’esordio dei sintomi. Questo intervento è consigliato nella maggior parte dei casi e rappresenta una valida opzione terapeutica per i pazienti.

INTERVENTO CHIRURGICO PER L’INFARTO: COSA SONO GLI STENT MEDICATI?

Gli stent utilizzati nell’angioplastica primaria sono costituiti da leghe metalliche e possono avere un rivestimento polimerico e bioassorbibile. Questo rivestimento è utile per inibire la proliferazione cellulare e prevenire la restenosi aggressiva, ovvero la riclusionedella coronaria. Rappresentano una valida opzione terapeutica in quanto sono considerati sicuri e affidabili.

Grazie all’avanzamento tecnologico, la maggior parte degli operatori ne raccomanda l’impianto anche perché ormai i vecchi stent metallici sono stati abbandonati, in quanto richiedevano trattamenti anti-aggreganti prolungati, e rimpiazzati da quelli di ultima generazione. Grazie alla disponibilità di un’adeguata rete di strutture sanitarie, i pazienti possono essere sottoposti a questo intervento entro i 120 minuti dall’esordio dei sintomi, migliorando notevolmente le possibilità di sopravvivenza.

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