I dati raccolti al Bambino Gesù tra il 2011 e il 2018 segnalano un aumento di 20 volte del numero delle consulenze effettuate per ideazione suicidaria, tentativo di suicidio e comportamenti autolesivi nei giovani di età compresa tra i 10 e i 18 anni. Per far fronte a questa emergenza l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha predisposto un servizio dedicato all’assistenza per l’autolesionismo e alla prevenzione del suicidio in età evolutiva, in collaborazione con alcune ASL del Lazio. Ne parliamo con Maria Pontillo, psicoterapeuta dell’Unità di Neuropsichiatria del Bambino Gesù. Il numero dedicato è: 06 68592265
AUTOLESIONISMO E SUICIDI: QUANTO SONO DIFFUSI TRA GLI ADOLESCENTI?
Autolesionismo e suicidi. Il suicidio rappresenta la seconda causa di morte tra i giovani di età compresa tra i 15 ei 24 anni. L’autolesionismo, invece, colpisce circa un adolescente su cinque in Europa. Durante la recente pandemia e le misure restrittive adottate, si è registrato un aumento delle richieste di aiuto da parte dei giovani.
Ancora l’autolesionismo non suicidario presenta un’incidenza di circa il 19% degli adolescenti di tutto il mondo, colpendo dall’1,5% al 6,7% dei bambini e adolescenti senza disturbi psichiatrici mentre gli adolescenti con disturbi psichiatrici manifestano più frequentemente episodi singoli (60%) o ripetuti (50%) di autolesionismo non suicidario.
AUTOLESIONISMO E SUICIDI: COS’È L’AUTOLESIONISMO?
I comportamenti autolesionistici, noti come autolesionismo, consistono nell’intenzionale procurarsi del male attraverso atti pratici. Spesso si praticano tagli sugli arti inferiori o superiori, bruciature o colpi ripetuti alla testa. Alcuni ragazzi si tagliano o si procurano ferite gravi. La manifestazione di tali comportamenti è eterogenea, ma ciò che conta è sottolineare che si tratta di attacchi intenzionali da parte di adolescenti che provano disagio nei confronti del proprio corpo.
AUTOLESIONISMO E SUICIDI: QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DEI COMPORTAMENTI AUTOLESIONISTICI?
L’autolesionismo è un disturbo che si mantiene costante e continuativo nella quotidianità del soggetto. Questa caratteristica di ripetitività deve far riflettere sul fatto che è un disturbo che crea dipendenza, ovvero le ferite e le lesioni diventano una sorta di piacere perverso per il soggetto stesso. Tagliarsi, farsi male è un modo per trovare il sollievo da ansia e sofferenza.
La “Sindrome da autolesionismo ripetuto” indica proprio questo meccanismo coattivo connesso ad un grande dolore psico-emotivo. Gli studi dimostrano che alla base c’è una forte incapacità ad affrontare le situazioni di stress emotivo, con una inadeguatezza nel gestire le emozioni. La bassa autostima è una costante presente nei soggetti che possono farsi del male.
QUALI SONO LE CAUSE DELL’AUTOLESIONISMO?
Le cause possono essere molteplici, nella maggior parte dei casi esso è frutto di una difficoltà nella gestione degli affetti negativi o del modo in cui si fronteggiano situazioni stressanti, tensione, ansia, difficoltà interpersonali, alterazioni del tono dell’umore. Altre cause possono essere legate ad esperienze sociali negative come:
- Episodi di bullismo;
- problemi familiari;
- cattiva condotta scolastica;
- abbandono precoce degli studi;
- fallimenti di carattere generale.
QUAL’È IL LEGAME TRA AUTOLESIONISMO E TENTATIVI DI SUICIDIO?
I tentativi di suicidio e l’autolesionismo sono spesso come le punte di un iceberg, che nascondono un disagio psicologico sottostante. Questi comportamenti rappresentano sintomi gravi dei disturbi dell’umore, come la depressione. Le emozioni negative associate a uno stato depressivo possono portare a tagli e, in casi estremi, i nostri adolescenti possono tentare il suicidio.
COME RICONOSCERE I RAGAZZI CHE HANNO PROBLEMI?
È importante prestare molta attenzione al comportamento dei ragazzi per riconoscere eventuali segnali di disagio. L’autodistruzione potrebbe non manifestarsi direttamente, ma attraverso difficoltà di sonno, aumenti dell’aggressività, alterazioni dei ritmi alimentari o isolamento sociale. I genitori dovrebbero osservare eventuali cambiamenti nel modo di vestire dei loro figli, come coprirsi e nascondere le ferite. Ogni comportamento osservabile dovrebbe essere monitorato attentamente, e se si sospetta un comportamento autolesionistico, è consigliabile cercare aiuto specialistico.
IL SERVIZIO DI CONSULENZE PSICOLOGICHE DEL BAMBINO GESÙ
Il Bambino Gesù ha istituito un servizio di consulenze psicologiche attivo 24 ore su 24, tutti i giorni. Questo servizio si occupa di rispondere alle emergenze psicologiche e prevenire il disturbo dell’umore nei giovani. I genitori possono contattare il numero telefonico 06 68 59 2265 per ottenere assistenza e informazioni su come accedere al servizio. Le consulenze sono gestite da psicologi esperti che offrono supporto e chiarimenti per affrontare eventuali difficoltà familiari legate al disturbo dell’umore dei ragazzi.
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