Home » Bambino: quando affrontare una relazione d’aiuto

La relazione di aiuto nel bambino. Quando è il caso di attivarla, come funziona? Ne parliamo con la pedagogista Francesca Macca.


RELAZIONE D’AIUTO PER BAMBINI: COSA SIGNIFICA E COME FUNZIONA?

La relazione di aiuto per bambini è un legame reciproco e umano che favorisce l’intervento a favore del benessere dell’altro. Scopriamo cosa comporta e quando è necessario rivolgersi a uno specialista.

Secondo Rogers, la relazione d’aiuto per bambini consiste nell’interazione tra almeno due persone, mirata a far emergere le potenzialità del bambino. Questo tipo di aiuto non è riservato solo a casi eccezionali ma è un bisogno fondamentale per ogni individuo.

La relazione madre-bambino rappresenta l’inizio di questo scambio di aiuto, dove madre e bambino non sono entità separate ma un’unica cosa. Questo rapporto influisce sulla crescita e sull’autonomia del bambino, ma talvolta è necessario rivolgersi a uno specialista per affrontare determinati problemi.

QUANDO È IMPORTANTE RIVOLGERSI AD UNO SPECIALISTA?

Il genitore deve essere attento ai segnali che il bambino manifesta, come paura, rabbia o altri segnali di disagio. In particolare, durante la pandemia, i bambini e i ragazzi hanno manifestato un aumento dei disturbi mentali e comportamentali. Se si riscontrano segnali di malessere persistenti, è importante cercare aiuto da uno specialista.

Lo specialista, come uno psicologo o un pedagogista, può aiutare a comprendere e affrontare i problemi dei bambini. Disturbi del sonno, comportamentali, rifiuto scolastico o isolamento sociale sono segnali che richiedono l’intervento di un professionista. Rivolgersi a uno specialista è un primo passo verso la costruzione di una relazione di aiuto efficace.

La relazione di aiuto per bambini svolge un ruolo fondamentale nel migliorare il benessere e la salute mentale dei più piccoli. Attenzione ai segnali di disagio e al bisogno di supporto emotivo, perché solo attraverso una relazione di aiuto strutturata possiamo favorire la crescita sana e felice dei nostri bambini.

RELAZIONE D’AIUTO PER BAMBINI: QUALI SONO GLI ELEMENTI CHIAVE E LE FASI DEL PROCESSO?

Gli elementi fondamentali che caratterizzano la relazione d’aiuto tra bambino e specialista, nonché le fasi principali di questo processo sono:

Empatia e Accettazione: La base della relazione d’aiuto

Nella relazione d’aiuto, l’empatia e l’accettazione incondizionata sono elementi centrali. Mettersi nei panni dell’altro, cercando di comprendere i sentimenti e le esperienze del bambino, è il primo passo per stabilire un legame autentico e di fiducia.

Autenticità: essere sè stessi nel processo di aiuto

L’autenticità è cruciale nella relazione d’aiuto. Essere naturali e sinceri, senza fingere o nascondere la propria personalità, è fondamentale per instaurare una connessione significativa con il bambino. Lo specialista deve essere in grado di mantenere il proprio ruolo, senza giudicare o imprimere i propri pensieri sul bambino.

Accoglienza: creare un ambiente di comfort e reciprocità

L’accoglienza è un passaggio cruciale nella relazione d’aiuto. Il bambino deve sentirsi a proprio agio e accettato nella sua individualità. Accogliere la sua storia, emozioni e dolore è fondamentale per instaurare una relazione di fiducia reciproca. Se l’accoglienza viene gestita in modo adeguato, si crea una base solida per il prosieguo del processo.

Fasi della relazione d’aiuto: dalla prudenza all’azione pratica

La relazione d’aiuto segue diverse fasi, tra cui la prudenza, l’elaborazione, la progettazione e l’azione pratica. Tuttavia, concentriamoci sull’importanza dell’accoglienza iniziale. È durante questo momento che il bambino deve sentirsi a proprio agio e comprendere che il suo benessere è una priorità. L’accoglienza corretta crea le basi per un rapporto di aiuto efficace.

QUAL’È LA DIFFERENZA TRA RELAZIONE D’AIUTO E RELAZIONE EDUCATIVA?

Mentre la relazione educativa mira principalmente alla trasmissione di conoscenze e competenze, la relazione d’aiuto si concentra sul supporto emotivo e psicologico del bambino. La relazione d’aiuto si basa sull’ascolto empatico, sull’accettazione e sul sostegno emotivo, al fine di favorire la crescita personale e il benessere del bambino.

Nella relazione d’aiuto, l’obiettivo è far fiorire le potenzialità del bambino, promuovendo l’autonomia e l’autodeterminazione. Questo implica un approccio olistico che considera sia l’aspetto sociale che l’aspetto individuale del bambino.

Non si tratta solo di risolvere i problemi o educare, ma di favorire lo sviluppo completo del bambino, consentendo l’espressione delle proprie potenzialità.

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