Home » IRCCS Istituto Tumori di Bari: come gestire la cronicità in oncologia

Nell’ambito del progetto Sineos, giunto alla seconda edizione “La Governance nella gestione della cronicità. Il valore manageriale della sanità al Sud”, sentiamo Patrizia Nardulli, direttore dell’Unità operativa complessa Farmacia e UMACA dell’IRCCS Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” di Bari che ci parlerà della gestione della cronicità in oncologia.

Negli ultimi anni, la diagnosi di cancro non è più necessariamente una sentenza di morte, ma sempre più spesso si traduce in una condizione di cronicità. Questo significa che i pazienti oncologici devono gestire la propria salute nel tempo, con una continuità di cure che rappresenta una sfida per i professionisti sanitari.

 

COS’È LA CRONICITÀ ONCOLOGICA

La cronicità oncologica si riferisce alla condizione di pazienti che, dopo aver ricevuto una diagnosi di cancro, continuano a vivere con la malattia per un lungo periodo di tempo, spesso per anni o addirittura per tutta la vita.

Questo è il risultato dei progressi della medicina, che hanno permesso di sviluppare terapie sempre più efficaci e di migliorare la diagnosi precoce del cancro. Tuttavia, questo successo medico ha portato anche a nuove sfide, poiché i pazienti devono gestire la propria salute per un periodo prolungato.

 

COME RISOLVERE IL PROBLEMA DELLA GESTIONE DEI PAZIENTI ONCOLOGICI A LIVELLO TERRITORIALE?

La cronicità oncologica è un tema sempre più rilevante nell’ambito dell’oncologia moderna, poiché i pazienti con diagnosi di cancro oggi possono diventare pazienti cronici grazie ai progressi della medicina. Questo nuovo scenario richiede un approccio diverso nella gestione dei pazienti oncologici cronici, che richiedono cure a lungo termine per mantenere la loro salute.

Per far fronte a questa sfida, sono necessarie nuove strategie e organizzazioni che coinvolgano la medicina territoriale e il medico di famiglia, in modo da offrire terapie anche oncologiche più vicine al domicilio del paziente.

La pandemia di COVID-19 ha evidenziato l’importanza di una presa in carico dei pazienti oncologici cronici che sia maggiormente vicina alle loro esigenze. Infatti, l’oncologia è stata spesso associata ad un’assistenza ospedalocentrica, con il paziente che si recava in ospedale per ricevere le cure necessarie.

Tuttavia, per i pazienti oncologici cronici, questa soluzione può diventare difficile, se non impossibile. È quindi necessario ripensare l’assistenza oncologica, aprendola alla gestione territoriale della malattia.

A livello nazionale, esistono già dei progetti in corso per organizzare una rete di assistenza oncologica territoriale. 

L’obiettivo è quello di erogare terapie oncologiche anche sul territorio, evitando al paziente oncologico cronico di dover spostarsi per effettuare le visite di controllo.

 

ONCOLOGIA E CRONICITÀ: LE TERAPIE SOTTOCUTE

Ciò sarebbe possibile grazie all’utilizzo di terapie sottocute o parenterali con un modesto impatto sugli effetti collaterali, che potrebbero essere somministrate vicino al domicilio del paziente.

L’ organizzazione territoriale della gestione oncologica ben si sposa con la cronicità del paziente oncologico, che in una fase di stabilità della malattia potrebbe evitare di recarsi in ospedale. 

Inoltre, coinvolgere i medici di famiglia e il distretto socio sanitario potrebbe garantire una presa in carico globale del paziente, che non sarebbe limitata solo alla terapia oncologica ma che comprenderebbe anche una gestione integrata delle sue mobilità.

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