Home » La vitamina D può aiutare nel contrasto al COVID19

Uno studio pubblicato insieme al ricercatore Henri Diémoz, spiega che le regioni italiane in cui si è meno esposti a raggi solari UV sono anche quelle dove il coronavirus ha causato più contagi e morti. Ne parliamo con Giancarlo Isaia, presidente dell’Accademia di Medicina, di Torino, docente di Geriatria all’Università di Torino, esperto di endocrinologia e malattie del metabolismo.


IN COSA CONSISTE LO STUDIO SUL RUOLO DELLA VITAMINA D?

Uno studio condotto da ricercatori italiani ha evidenziato una possibile correlazione tra l’esposizione solare e la diffusione del coronavirus in diverse regioni italiane. E’ stato pubblicato sulla rivista “Science of the Total Environmental“, e si basa sull’ipotesi che la vitamina D, principalmente prodotta dall’esposizione ai raggi ultravioletti, potrebbe avere un effetto sulla diffusione del Covid-19.

Utilizzando un sofisticato sistema satellitare validato scientificamente, i ricercatori hanno misurato le radiazioni ultraviolette che hanno colpito l’Italia nel periodo giugno-dicembre 2019. Successivamente, hanno correlato questi dati con le conseguenze cliniche del Covid-19, come il numero di casi e di decessi, nelle diverse regioni italiane.

QUALI SONO I RISULTATI DELLO STUDIO?

Lo studio ha rilevato una correlazione significativa, con un errore di 0,83%, tra le radiazioni ultraviolette e le conseguenze cliniche del Covid-19. Tuttavia, per evitare critiche ideologiche, i ricercatori hanno anche valutato altri fattori come le temperature dell’aria, l’età della popolazione e l’inquinamento atmosferico.

L’analisi multivariata ha confermato che l’esposizione alle radiazioni ultraviolette è il fattore predominante che influenza la diffusione del virus.

SU QUALI ALTRE EVIDENZE SCIENTIFICHE SI BASA LO STUDIO?

Questo studio si allinea con una serie di evidenze scientifiche pubblicate a livello internazionale. A livello globale, infatti, sono stati scritti oltre 350 articoli scientifici che hanno esaminato il rapporto tra vitamina D e Covid-19.

Alcuni studi hanno dimostrato che una carenza di vitamina D è associata a una maggiore gravità dei sintomi, mentre l’assunzione di vitamina D può influenzare positivamente l’andamento della malattia.

QUANTA VITAMINA D SAREBBE NECESSARIA PER UN IMPATTO SIGNIFICATIVO SULLA SALUTE?

Basandosi sulle evidenze scientifiche, l’Accademia di Medicina di Torino ha pubblicato un documento che propone la somministrazione di vitamina D sia a scopo preventivo che terapeutico. I dosaggi di vitamina D variano in base all’età e alle condizioni individuali.

Tuttavia, è generalmente raccomandato un apporto giornaliero di vitamina D tra i 600 e i 800 UI (Unità Internazionali) per gli adulti. È possibile ottenere vitamina D attraverso l’esposizione al sole, ma è anche importante considerare altre fonti alimentari.

QUALI SONO GLI ALIMENTI CHE CONTENGONO VITAMINA D?

Dosaggi elevati di vitamina D sono stati somministrati in alcuni studi con risultati promettenti. Ad esempio, uno studio in Spagna ha evidenziato che l’assunzione di vitamina D a dosaggi molto elevati ha ridotto significativamente il rischio di ospedalizzazione dei pazienti con Covid-19.

Altri studi condotti negli Stati Uniti hanno riportato risultati simili. Alcuni alimenti sono naturalmente ricchi di vitamina D, come il salmone, l’aringa, le uova e i funghi. Tuttavia, è importante notare che questi cibi non sono comunemente consumati in grandi quantità nella dieta quotidiana. Pertanto, per raggiungere un adeguato apporto di vitamina D, spesso si rende necessario integrare la dieta con altre fonti, come gli integratori vitaminici specifici.

QUALI SONO LE CONTROINDICAZIONI PER UN DOSAGGIO ECCESSIVO DI VITAMINA D?

Sebbene la vitamina D sia essenziale per la salute, un suo eccesso può avere effetti negativi. Come menzionato nello studio presentato, l’organismo può accumulare vitamina D in eccesso nel tessuto adiposo.

Pertanto, è importante evitare dosaggi troppo elevati e assicurarsi di seguire le indicazioni del medico. L’eccesso di vitamina D può causare ipercalcemia, un aumento dei livelli di calcio nel sangue, che può portare a sintomi come nausea, debolezza muscolare e problemi renali.

È fondamentale consultare un medico prima di iniziare un supplemento di vitamina D, soprattutto se si assumono già altri farmaci o si hanno condizioni mediche preesistenti.

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