Home » Oncologia della mammella: al completo la Breast Unit di Lentini

Oggi parliamo della Breast Unit dell’ospedale di Lentini, dell’Asp 8 di Siracusa, un fiore all’occhiello della sanità siracusana per la diagnosi e il trattamento dei tumori della mammella. Abbiamo con noi Vanni Trombatore, primario del reparto di Chirurgia il chirurgo plastico, Emiliano Amore, da poco entrato nel team, grazie ad una convenzione con Villa Salus, Stefania Caniglia, chirurga senologa e il chirurgo Cristian Rapisarda, che si occupa anche di senologia.


BREST UNIT DI LENTINI E ONCOLOGIA DELLA MAMMELLA

Nel dicembre 2019, l’Assessore Regionale alla Salute Ruggero Razza ha istituito la Breast Unit di Siracusa, autorizzata successivamente nel gennaio 2020. Questa unità ha apportato numerosi cambiamenti e rappresenta un importante punto di riferimento per il trattamento del tumore alla mammella nella provincia.

Grazie all’impegno del management aziendale e di un team multidisciplinare, sono stati completati percorsi diagnostici e terapeutici fondamentali per fornire assistenza alle donne affette da tumore al seno. La posizione strategica della Breast Unit di Lentini, in punta di Sicilia, permette di raggiungere un’ampia utenza.

PERCORSO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO PER IL TUMORE ALLA MAMMELLA PRESSO LA BREAST UNIT DI LENTINI

La Breast Unit di Lentini, situata strategicamente in Sicilia, offre un percorso diagnostico-terapeutico assistenziale per le pazienti affette da tumore alla mammella. Grazie all’autorizzazione regionale, solo 18 strutture hanno ricevuto l’approvazione per diagnosticare e trattare questa malattia.

Il percorso, basato su linee guida internazionali e ora adottato anche nella nostra regione, si concentra sulla diagnosi precoce tramite screening accessibile e gratuito.

Dopo una diagnosi iniziale effettuata dai radiologi specializzati, vengono eseguite ulteriori indagini di secondo livello, come risonanza magnetica, mammografia avanzata e biopsie guidate. Questo approccio mirato consente una diagnosi precoce e precisa del tumore alla mammella.

ONCOLOGIA DELLA MAMMELLA: FASE CHIRURGIA E LINFONODO SENTINELLA

Dopo la valutazione multidisciplinare del caso clinico, in cui si determina il tipo di trattamento necessario, la paziente viene sottoposta all’intervento chirurgico.

Durante questa fase, il chirurgo esperto in senologia, come il dottor Rapisarda, svolge un ruolo cruciale. Una delle informazioni cruciali da determinare è la presenza o l’assenza di linfonodi sentinella.

I tumori maligni tendono a diffondersi nel tempo attraverso il sistema linfatico o il flusso sanguigno. Nel caso del tumore alla mammella, è importante sapere se i linfonodi regionali, in particolare quelli della cella, sono interessati dalla malattia.

Questa informazione influisce sia sul percorso oncologico adiuvante, come la chemioterapia e i farmaci specifici, sia sulla prognosi della paziente. La presenza di linfonodi positivi indica uno stadio più avanzato della malattia.

ONCOLOGIA DELLA MAMMELLA: UN APPROCCIO DIVERSO DAL PASSATO

Nel passato, insieme all’asportazione del tumore della mammella, si eseguiva anche l’asportazione di tutti i linfonodi dell’ascella senza sapere se fossero effettivamente interessati dalla malattia. Questo intervento comportava complicanze, tra cui il rischio di linfedema, che può causare problemi alla paziente sia nel periodo post-operatorio immediato che a lungo termine.

Tuttavia, studi condotti nel corso degli anni hanno dimostrato che la diffusione attraverso il sistema linfatico non avviene casualmente, ma si sviluppa in modo sequenziale dai linfonodi principali della mammella. Ciò ha portato all’adozione di un approccio chiamato “linfonodo sentinella”.

NEL CASO DI INTERVENTO CHIRURGICO COSA ACCADE?

Durante l’intervento chirurgico, viene iniettato nella zona del tumore della mammella un marcatore radioattivo che segue naturalmente la via linfatica fino all’ascella, localizzandosi tipicamente nel primo linfonodo. Utilizzando una sonda radio captante, il chirurgo può individuare esattamente la posizione di questo linfonodo durante l’operazione.

Se il linfonodo sentinella risulta positivo, cioè contiene cellule neoplastiche, si procede con l’asportazione dei linfonodi ascellari. Invece, se il linfonodo sentinella risulta negativo, il che avviene in oltre il 95% dei casi, significa che gli altri linfonodi non sono interessati e non è necessario ulteriormente intervenire.

Questo approccio permette di risparmiare alla paziente l’asportazione completa dei linfonodi ascellari, evitando così complicazioni fastidiose.

TRATTAMENTO DEL TUMORE ALLA MAMMELLA

Negli ultimi anni, la chirurgia della mammella ha subito importanti cambiamenti. Si è passati da un approccio demolitivo, che prevedeva l’asportazione completa della mammella, dei muscoli della parete toracica e dei linfonodi ascellari, a un approccio più conservativo.

Il trattamento d’elezione è ora rappresentato dalla quadrantectomia, che consiste nell’asportazione del solo quadrante affetto dal tumore, con margini indenni da neoplasia. Questo intervento viene seguito dalla radioterapia post-operatoria, che ha l’obiettivo di sterilizzare il tessuto mammario residuo e ridurre il rischio di recidive locali a lungo termine.

Se non è possibile eseguire un intervento conservativo, ad esempio a causa di tumori multicentrici o di grandi dimensioni, si cerca di ridurre le dimensioni del tumore mediante trattamenti neoadiuvanti per consentire un intervento conservativo o nelle situazioni in cui la paziente non può sottoporsi a radioterapia post-operatoria.

CHIRURGIA ESTETICA POST OPERATORIO

Nel contesto dell’oncoplastica mammaria, si fa sempre più ricorso alle tecniche della chirurgia plastica estetica per la ricostruzione della mammella. Queste tecniche comprendono l’utilizzo di lembi cutanei e ghiandolari vicini per colmare le perdite volumetriche, sia in un unico tempo operatorio sia in due tempi.

Si possono trattare anche tumori localizzati in quadranti difficili come quelli inferiori della mammella, ripristinando il tessuto mammario presente. In alcuni casi, si possono utilizzare lembi prelevati da altre aree anatomiche come il tessuto muscolare dorsale o la regione addominale.

Inoltre, si associano sempre più spesso l’utilizzo di protesi ed espansori per consentire interventi più demolitivi, come la mastectomia, preservando la cute che ricopre la mammella e il complesso del capezzolo, e eseguendo mastectomie sottocutanee.

La pianificazione preoperatoria è fondamentale nell’oncoplastica mammaria e richiede un approccio multidisciplinare. Oltre alle caratteristiche del tumore, come dimensioni e localizzazione, si tiene conto delle dimensioni di partenza della mammella e del rapporto tra il tumore e la dimensione della mammella stessa.

Ciò consente di pianificare un intervento oncoplastico che tiene conto delle necessità estetiche e funzionali della paziente.

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pubblicità

Canali 15 e 81 del DGTV in Sicilia

Pubblicità