Home » Riparazione dell’aorta con protesi endovascolare all’Ospedale di Massa

Un altro intervento eseguito con tecniche di estrema avanguardia, quello eseguito dall’Unità Operativa di Cardiologia Diagnostica e Interventistica dell’Ospedale del Cuore di Massa, Fondazione Monasterio. La riparazione dell’aorta con protesi endovascolare. Ne parliamo con Antonio Rizza, cardiologo interventista che ha condotto l’intervento.


RIPARAZIONE DELL’AORTA: CHI ERA IL PAZIENTE E COSA E’ STATO FATTO DURANTE  L’INTERVENTO?

Il paziente in questione aveva una patologia aortica. La soluzione classica sarebbe stata un trattamento chirurgico open, ma questo tipo di approccio ha radici antiche e spesso comporta un alto tasso di complicanze e mortalità. Invece, è stato utilizzato un approccio esclusivamente endovascolare, attraverso il posizionamento di una protesi particolare prodotta dalla Mai Pro Port, con sede a Shanghai.

Questa metodica è estremamente mini-invasiva e promettente. La protesi è stata posizionata subito dopo l’origine dell’arteria succlavia sinistra, coprendo l’origine della succlavia stessa.

PRIPARAZIONE DELL’AORTA: QUALI SONO I RISULTATI DELL’INTERVENTO CON PROTESI ENDOVASCOLARE AORTICA?

Questa tecnica è stata utilizzata per la prima volta in Italia e, al momento dell’intervento, era la prima volta che la protesi veniva utilizzata in Europa.

Grazie alla sua natura mini-invasiva, questo approccio riduce il rischio di complicanze e mortalità. Inoltre, il posizionamento della protesi consente di correggere le lesioni in modo efficace e preciso. Da quel giorno, ne sono state ripiantate altre tre, confermando l’efficacia dell’approccio endovascolare. Inoltre, questo tipo di intervento ha un tasso di complicanze molto basso, grazie alla sua natura mini-invasiva.

RIPARAZIONE DELL’AORTA: QUAL  E’ IL FUTURO DELLA CURA PER LE PATOLOGIE AORTICHE?

L’intervento multidisciplinare e la centralizzazione dei pazienti rappresentano il futuro della cura per le patologie aortiche. Grazie all’utilizzo di interventi mini invasivi e all’esperienza dei team multidisciplinari, i pazienti possono contare su una cura avanzata e su risultati sempre più positivi. L’innovativo intervento mini invasivo, come spiegato dal dottor Rizza, è un esempio di come la medicina moderna stia cercando di offrire ai pazienti la migliore cura possibile, riducendo al minimo i rischi post operatori.

PATOLOGIA AORTICA: COSA SIGNIFICA APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE?

In parole semplici, vuol dire che i pazienti non sono presi in carico solamente dal chirurgo, ma da un team costituito da professionisti di diverse figure, come radiologi, cardiochirurghi, chirurghi vascolari e anestesisti, tutti con una particolare conoscenza della patologia aortica.

Questo team si occupa di valutare il paziente, la sua patologia aortica e le eventuali comorbilità, scegliendo il trattamento migliore che possa offrire un outcome positivo con basso rischio di complicanze. Inoltre, aumentando il numero dei pazienti in una struttura, si ottiene un’esperienza maggiore nella gestione delle patologie aortiche, garantendo un risultato superiore.

QUALI SONO I RISCHI DELLE TECNICHE MINI-INVASIVE?

Recenti studi epidemiologici dimostrano che le tecniche mini-invasive possono offrire un’alternativa sicura ed efficace all’intervento chirurgico tradizionale, riducendo i rischi per il paziente. In generale, la maggior parte dei pazienti con patologie aortiche di questo tipo sono pazienti adulti, ma non mancano casi in cui sono necessari interventi su pazienti molto giovani, come quelli coinvolti in incidenti stradali o sul lavoro.

Queste tecniche offrono una riuscita ottimale dell’intervento e una rapida degenza ospedaliera, consentendo ai pazienti di recuperare a casa in tempi brevi. Tuttavia, questi ultimi dovranno essere seguiti nel tempo, poiché tendono a sviluppare altre lesioni su altre sedi ostiche.

QUAL E’ IL FUTURO DELLE TECNICHE MINI-INVASIVE?

Il futuro delle tecniche mini-invasive è rappresentato dalla possibilità di avere protesi personalizzate subito disponibili, per agevolare l’intervento e garantire la salute del paziente. In Cina, queste protesi sono già utilizzate per le cosiddette sindromi aortiche acute, mentre in Europa il loro utilizzo è ancora limitato.

In ogni caso, grazie alle protesi custom-made, cucite su misura come un vestito sull’aorta del paziente, i rischi sono ridotti e il futuro è un percorso in espansione. La collaborazione tra scienza e tecnica ha permesso di trasmettere interventi in streaming in tre continenti diversi. Il nostro obiettivo è quello di diffondere sempre di più questa metodica, affinché possa essere utilizzata anche in casi di emergenza, riducendo i rischi e migliorando la qualità della vita dei pazienti.

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