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Via libera al Piano vaccinale 2023-2025

È stato dato il via libera al nuovo Piano vaccinale ed al relativo calendario, che con le adeguate strategie vaccinali ci cauteleranno per i prossimi tre anni

PIANO NAZIONALE PREVENZIONE VACCINALE

È stato approvato il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2023-2025. Il PNPV e il relativo Calendario nazionale vaccinale hanno lo scopo di armonizzare le strategie vaccinali messe in atto nel Paese per garantire alla popolazione i pieni benefici derivanti dalla vaccinazione.

 

IL CALENDARIO NAZIONALE VACCINALE

Una delle principali novità introdotte con il nuovo Piano è la predisposizione del Calendario vaccinale ad essere aggiornabile in base ai futuri scenari epidemiologici ed a relative innovazioni. 

L’obiettivo è duplice: a livello del singolo individuo, quello di proteggere le persone dal rischio di contrarre determinate infezioni e dalle possibili conseguenze avverse a breve e lungo termine che possono verificarsi a causa dell’infezione, incluse forme gravi di malattia, ricovero, decesso; a livello di popolazione, quello di ridurre la circolazione di patogeni trasmissibili da persona a persona in una comunità, attraverso il controllo e, quando possibile, l’eliminazione o l’eradicazione di alcune malattie infettive, e di contrastare le epidemie.

 

L’IMPORTANZA DELLA VACCINAZIONE

Nella vita quotidiana le vaccinazioni ci proteggono evitando di contrarre le malattie prevenibili da vaccino e di ammalarsi. Infatti, anche le malattie più comuni possono avere complicanze gravi. Un esempio è il morbillo, una malattia che può causare polmonite (1-6% dei casi), encefalite (1 ogni 1000-2000 casi) e in casi estremi il decesso del paziente. Ma anche la rosolia, che normalmente ha un decorso leggero, se contratta in gravidanza può avere effetti negativi sulla salute del bambino (morte fetale, aborto spontaneo, malformazioni gravi, decesso del neonato).

 

IMMUNITÀ DI GREGGE

Inoltre, per le malattie che si trasmettono da persona a persona, le vaccinazioni non solo proteggono noi stessi, ma anche le persone che non possono essere vaccinate (perché non ancora in età raccomandata). Questo avviene grazie alle immunità di gregge per cui, se la percentuale di individui vaccinati all’interno di una popolazione è elevata, si riduce la possibilità che le persone non vaccinate (o su cui la vaccinazione non è efficace) entrino in contatto con il virus e, di conseguenza, si riduce la trasmissione dell’agente infettivo. Questo significa che se vengono mantenute coperture sufficientemente alte si impedisce al virus di circolare fino alla sua scomparsa permanente.

 

VACCINO ANTINFLUENZALE E ANTI-COVID

Il vaccino anti-Covid aggiornato è offerto gratuitamente a tutti cittadini che vogliono sottoporsi alla somministrazione, e non soltanto alle categorie indicate nell’ultima circolare del Ministero della Salute, ovvero over-60, soggetti fragili, donne incinte ed operatori sanitari.

Le due vaccinazioni, antinfluenzale ed anti-Covid, potranno essere effettuate nella stessa seduta vaccinale.

 

A CHI È RACCOMANDATA LA VACCINAZIONE?

I gruppi di soggetti a cui la vaccinazione è raccomandata sono:

1. Persone di età pari o superiore a 60 anni;
2. Ospiti delle strutture per lungodegenti;
3. Donne che si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza o nel periodo “postpartum” comprese le donne in allattamento;
4. Operatori sanitari e sociosanitari addetti all’assistenza negli ospedali, nel territorio e nelle strutture di lungodegenza; studenti di medicina, delle professioni sanitarie che effettuano tirocini in strutture assistenziali e tutto il personale sanitario e sociosanitario in formazione;
5. Persone dai 6 mesi ai 59 anni di età compresi, con elevata fragilità, in quanto affette da patologie o con condizioni che aumentano il rischio di COVID-19 grave, quali:

Malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio, inclusa l’asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica, la broncopatia cronico ostruttiva-BPCO, la fibrosi polmonare idiopatica, l’ipertensione polmonare, l’embolia polmonare e le malattie respiratorie che necessitano di ossigenoterapia;
Malattie dell’apparato cardio-circolatorio (esclusa ipertensione arteriosa isolata), comprese le cardiopatie congenite e acquisite, le malattie coronariche, lo scompenso cardiaco e i pazienti post-shock cardiogeno; – Malattie cerebrovascolari;
Diabete/altre endocrinopatie severe quali diabete di tipo 1, diabete di tipo 2, morbo di Addison, panipopituitarismo;
Malattie neurologiche quali sclerosi laterale amiotrofica e altre malattie del motoneurone, sclerosi multipla, distrofia muscolare, paralisi cerebrali infantili, miastenia gravis, altre malattie neuromuscolari, patologie neurologiche disimmuni e malattie neurodegenerative;
Obesità (BMI >30);
Dialisi o insufficienza renale cronica;
Malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie, quali talassemia major, anemia a cellule falciformi e altre anemie croniche gravi;
Patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi, in attesa di trattamento o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure;
Trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva;
Trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro 2 anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva per malattia del trapianto contro l’ospite cronica); – Attesa di trapianto d’organo;
Terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico Antigenico (cellule CART); – Immunodeficienze primitive (es. sindrome di DiGeorge, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune variabile etc.);
Immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (es: terapia corticosteroidea ad alto dosaggio, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici con rilevante impatto sulla funzionalità del sistema immunitario etc.);
Asplenia anatomica o funzionale Pregressa splenectomia o soggetti con indicazione alla splenectomia in elezione;
Infezione da HIV con sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), o con conta dei linfociti T CD4+

 

CATEGORIE A RISCHIO: A CHI RIVOLGERSI?

I soggetti appartenenti alle categorie a rischio possono rivolgersi anche al proprio Medico di Medicina Generale o al Pediatra di Libera Scelta, per verificare se aderisce alla campagna vaccinale.

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