Home » AIDS: una nuova procedura per riconoscere se il virus è dormiente

AIDS dormiente. Messa a punto dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma con il MIT di Boston, consentirà di sperimentare la sospensione della terapia antiretrovirale. Ne parliamo con Nicola Cotugno, medico dell’Immunologia clinica e Vaccinologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

AIDS DORMIENTE E NUOVE PROCEDURE PER RICONOSCERLO

Ogni anno nel mondo si registrano circa 150.000 nuove infezioni pediatriche, per un totale di circa un milione e 700.000 bambini con infezione da HIV. L’infezione verticale da HIV interessa circa il 95% dei nuovi casi pediatrici ogni anno.  

All’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù è stata indagata la risposta immunitaria protettiva associata alle specificità della riserva virale del singolo paziente: attraverso la caratterizzazione e la tipizzazione del virus residuo è stato così possibile individuare i bambini in cui tale riserva è dormiente e quelli in cui tale riserva comporta, se non adeguatamente trattata, un rischio di recidiva della malattia. Con carica virale residua si indica quella quantità di virus che rimane in alcune cellule (CD4) presenti sui linfociti T delle persone con infezione da HIV.

Ancora oggi rappresenta il principale ostacolo alla completa guarigione: la presenza del residuo, infatti, è ciò che rende necessaria l’assunzione di una terapia antiretrovirale per tutta la vita. 

Come si fa la caratterizzazione cellulare del residuo? che richiede il prelievo di una notevole quantità di sangue, spesso difficoltoso trattandosi di bambini.

Cos’è la leucoaferesi?

Attraverso un apposito macchinario, consente di prelevare solamente i globuli bianchi, reimmettendo poi in circolo il resto del sangue. Il procedimento è risultato sicuro per i piccoli pazienti ed efficace, con una resa cellulare fino a 250.000 volte maggiore rispetto alle tradizionali tecniche di prelievo.  

Qual è il traguardo raggiunto?

Nei bambini in cui tale riserva si rivela completamente dormiente, sarà possibile procedere alla sospensione terapeutica nell’ambito di uno studio sperimentale controllato. Un traguardo inseguito da anni da medici e ricercatori che si occupano di HIV.

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