Home » Come funziona la terapia con le cellule Carcik?

A differenza delle CAR-T le CARCIK sfruttano modalità di espansione diverse ma come funzionano? A cosa servono e quando possono essere applicate? Ne parliamo con la biologa ricercatrice Sarah Tettamanti della Fondazione Tettamanti e Sara Napolitano, pediatra dell’Unità Trapianto di Midollo Osseo della Clinica Pediatrica, Fondazione MBBM, Ematologia pediatrica, entrambe a Monza.


COSA SONO ESATTAMENTE LE CELLULE CARCIK?

Le cellule CARCIK sono un particolare tipo di globuli bianchi, i linfociti T che sono stati modificati geneticamente tramite tecniche di bioingegneria genetica, di tipo allogenico, per esprimere sulla loro superficie una specie di radar tumore specifico definito CAR dall’inglese “Chimeric Antigen Receptor” e CIK da “Cytokine Induced Killer”. Lo scopo è quello di sfruttare una terapia volta a cercare potenziare il nostro sistema immunitario per renderlo più specifico nella lotta contro i tumori.

COSA VUOL DIRE TECNICHE DI BIOINGEGNERIA GENETICA DI TIPO ALLERGICO?

Le cellule CAR-T sono cellule ingegnerizzate ricavate da linfociti T prelevati dal paziente. Nel caso delle CAR-CIK, siamo partiti da linfociti del donatore di midollo osseo, si parla quindi di fonte allogenica. In caso di recidiva, chiediamo al donatore di farci una semplice donazione di soli 50 millilitri di sangue periferico e ingegnerizziamo queste cellule per produrre le CAR-CIK da iniettare nel paziente malato.

QUALI SONO LE APPLICAZIONI DI QUESTE CELLULE COSÌ SPECIALI?

Le CARCIK sono usate come una terapia che permette di curare qualsiasi tipo di tumore, sia del sangue quindi ematologico che solido. Il nostro gruppo ormai da vent’anni studia le CAR-CIK. Le applicazioni che finora abbiamo esplorato sono principalmente nell’ambito della cura delle leucemie acute di tipo “B”, le leucemie mieloidi acute o i linfomi. Chiaramente questa è una strategia che può essere applicata a qualsiasi tipo di tumore, una volta identificato il bersaglio molecolare ideale.

COS’È LA LEUCEMIA LINFATICA ACUTA DI TIPO “B”?

La leucemia linfatica acuta di tipo “B” è un tumore del sangue caratterizzato dall’anomala produzione di linfociti di tipo B, un particolare tipo di globuli bianchi. Tali cellule si accumulano nel sangue, nel midollo osseo, nei linfonodi e nella milza.

Quando è “cronica” si indica la velocità di progressione della malattia, che in genere ha un decorso lento e privo di una particolare sintomatologia. I linfociti sono cellule del sangue che appartengono al sistema immunitario. Hanno origine nel midollo osseo e si distinguono in linfociti di tipo T e di tipo B. Questi ultimi in condizioni normali producono anticorpi in grado di distruggere le sostanze potenzialmente pericolose per il nostro corpo.

In questi pazienti i linfociti di tipo B proliferano in maniera eccessiva e incontrollata, dando origine a cloni di natura maligna. Questi cloni assomigliano ai normali linfociti, in realtà sono incapaci di svolgere la loro funzione immunitaria.

COS’È LA LEUCEMIA MIELOIDE ACUTA?

La leucemia mieloide acuta è una malattia dovuta alla crescita incontrollata di cellule immature prodotte dal midollo osseo. Queste cellule rimpiazzano lentamente il normale tessuto midollare producendo anomali nei globuli rossi, piastrine e globuli bianchi.

La malattia può originare in modo rapido e senza preavviso, senza che il paziente abbia mai riscontrato anomali di qualche tipo nelle analisi del sangue. In altri casi è possibile che si sviluppi a distanza di qualche anno da trattamenti chemioterapici per altri tumori o che sia il frutto dell’evoluzione di un’altra malattia del sangue, per esempio le sindromi mielodisplastiche o le malattie mieloproliferative.

COME SIETE ARRIVATE ALLE VOSTRE SCOPERTE?

Negli esperimenti effettuati in cellule in coltura e in animali di laboratorio con leucemia mieloide acuta è risultato che le cellule CAR-CIK dotate di anti-CD123 IL3-zetakina a bassa affinità e anti-CD33 sono in grado di riconoscere in modo selettivo le cellule leucemiche CD123+/CD33+ e di distruggerle, senza aggredire le cellule sane che esprimono invece uno o l’altro di questi stessi antigeni.

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